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Parla Antonella Clerici: “Gavetta, coraggio e cultura fondamentali per emergere”

La sua generazione e quella di oggi sono del tutto diverse, Antonella Clerici spiega le differenze ed indica la strada ai più giovani su come ‘sfondare’.

A tanti piacerebbe fare carriera nel mondo dello spettacolo, come Antonella Clerici magari. E proprio l’ex conduttrice de ‘La Prova del Cuoco’ parla del suo percorso, intrapreso all’inizio degli anni ’80 e che la vede da decenni ormai in Rai, ad eccezione di una fugace e per nulla fortunata parentesi in Mediaset all’inizio del 2000. All’edizione online del Corriere della Sera, la donna di spettacolo originaria di Legnano, in provincia di Milano, dà qualche consiglio ai giovani e parla di quanto fatto.

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“La mia idea era quella di fare il magistrato. Ho studiato al liceo Classico di Legnano e mi sono laureata in Legge a neanche 24 anni alla Statale di Milano. Papà aveva un colorificio e mamma era una casalinga, mi hanno cresciuta bene ed io già di mio sono sempre stata rigorosa e ligia al dovere sin da bambina. Mai fatti sconti agli altri ma nemmeno a me stessa”, dice Antonella Clerici. “Mi ha sempre mossa un senso di giustizia, che volevo mettere in pratica per una professione. Poi una amica mi introdusse a Telereporter. Facevo volontariato agli anziani con lei al sabato, e mi disse che l’emittente stava cercando una figura per illustrare un documentario sulla terza età. La mia carriera in tv nacque proprio lì”.

Antonella Clerici: “La gavetta è fondamentale, come l’umiltà”

E quella televisione locale è stata l’occasione che dovrebbe essere immancabile per tutti di fare gavetta, a dire della Clerici. “Cominciare dal basso è la miglior palestra che possa esserci, è fondamentale. Lì imparavi a fare di tutto, dall’annunciatrice al montaggio dei servizi. Ed io lavoravo in tv di giorno e studiavo di sera. Dopo la laurea svolsi l’esame da magistrato con Mariconda, uno famoso nel campo e che aveva l’abitudine di ricevere a casa i suoi studenti migliori. Disse di avermi vista in televisione e mi fece i complimenti.

“Perché vuoi fare il magistrato se sei così brava nel piccolo schermo?”, mi disse. E da lì presi una scelta definitiva sul mio futuro”. Da allora le cose sono cambiate. “Magari c’è più disoccupazione rispetto a quando io ero ragazza – sostiene la Clerici – ma ora c’è anche più ‘fancazzismo’. Se uno vuol trovare un lavoro per davvero, alla fine ci riesce. Magari anche in un ambito diverso da quello per cui si è studiato. Ma io ho autrici che facevano le cameriere. Sono dell’idea che i giovani oggi non abbiano la predisposizione al sacrificio”.

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L’esempio con i giovani di oggi: “Ai miei tempi non era così”

“Tanti ragazzi chiedono per prima cosa quanto possono guadagnare e se devono lavorare anche nel fine settimana. Ai miei tempi non era così, si lavorava e si studiava tutti i santi giorni, e nessuno mi ha mai regalato niente. Se sono arrivata ad essere quel che sono è perché ho sgobbato”. Ed aiuta anche il fatto di venire dalla provincia: “Quasi tutti i più acclamati conduttori vengono da lì. Ti motiva il fatto di voler lasciare un ambito tranquillo ma piccolo per poter fare le cose in grande”.

Poi un pò di autocritica: “Sono passata dall’altra parte della barricata, quella in cui si critica la gioventù. E chi diventa ‘vecchio’ dimentica le intemperanze di gioventù, il fatto di essere stato ribelle, insoddisfatto, magari anche arrogante o troppo umile. Tutti noi siamo figli del nostro tempo ed i ragazzi di oggi sono legati alla tecnologia. Una cosa che finisce con il farli impigrire. Si trova tutto e subito. Logico pensare che lo spirito di sacrificio venga compromesso. Nel mio lavoro però ci vuole proprio questo, magari a del sano ed innato talento. Se hai queste componenti allora prima o poi verrai fuori e saprai farti notare”.

“Battete strade mai percorse prima, siate originali”

Ma c’è altro ancora: “Occorre anche prendere consapevolezza che magari non sempre quando si fallisce è colpa solo degli altri”. Sacrificio, talento ma anche coraggio: è la ricetta di Antonella Clerici. “I giovani osino, io quando volli trattare di sport dovetti sentirmi dire che ero matta, nessuna donna si era mai occupata di calcio e di sport. Alla fine ho raccontato tre Mondiali e tre Olimpiadi. Poi quando andai a ‘La Prova del Cuoco’ pure mi diedero della pazza. “Non funzionerà mai”, dicevano. E invece…siate anche originali. Oggi mancano autori che sappiano scrivere bene, mancano produttori, registi e tante altre figure professionali. Ma non manchino, i giovani, di approfondire anche la loro cultura”.

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