Torino sotto choc, condannati macellai: introducevano sostanze nella carne
Torino sotto choc, condannati macellai: introducevano sostanze nella carne

TORINO – Credevano di poterne uscire indenni, ma un opportuno controllo ordinato dall’Azienda Sanitaria Locale ha posto fine alla pericolosa abitudine messa puntualmente in atto da due macellai. Marito e moglie, titolari della nota Macelleria Celoria situata nel pieno centro della città, adulteravano costantemente alcuni prodotti per conservarne la “freschezza”, ma soltanto agli occhi del cliente.

I due complici infatti, introducevano puntualmente dei solfiti nella carne tritata per accentuarne il colore rosso e garantirne la conservazione più a lungo, dal momento della esposizione. I primi prelievi sono stati effettuati nel 2016 dal servizio veterinario dell’ASL di Torino in seguito ad una indagine sull’igiene e la qualità degli alimenti. Il riscontro immediato di quantità di solfito di sodio, hanno fatto scattare subito la denuncia per Giorgio Celoria e Francesca Aimone, condannati a due anni e 15 giorni di reclusione e l’interdizione dall’esercizio della professione per adulterazione di sostanze alimentari.

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Torino sotto choc, i legali dei macellai: “Faremo appello”

La sentenza ha concluso il processo che li vedeva sottoposti anche all’accusa che le carni fossero pericolose per la salute. I giudici della terza sezione penale hanno però assolto i coniugi in merito a quest’ultima posizione, valutando l’assenza di rischi.

La Macelleria Celoria

I legali dei macellai hanno già annunciato che presenteranno appello.  In base alla loro ricostruzione infatti, si sarebbe trattato di un episodio occasionale, che non sarebbe quindi più stato ripetuto. Sostengono di conseguenza che le analisi sulle carni alla base della condanna, non sarebbero attendibili.

C’è da sottolineare però che, per quanto nelle persone sane i solfiti generalmente non causino alcun problema, potrebbero provocare reazioni allergiche in soggetti sensibili. E’ necessario quindi segnalare sempre la loro presenza, con indicazione della quantità e del codice identificativo.

Il loro utilizzo inoltre è consentito in alcuni generi alimentari, come nel caso del vino, la cui fermentazione comporta la naturale formazione di solfiti, oltre quelli aggiunti per garantirne la conservazione. Invece è assolutamente vietato nella carne, nel pesce ed in qualsiasi cibo fresco perché può confondere il consumatore sulla freschezza del prodotto.

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