Alberico Lemme Covid 19 racconta la sua battaglia - ricettasprint
Alberico Lemme Covid 19 racconta la sua battaglia – ricettasprint

Il Covid 19 non risparmia nessuno, nemmeno il dottor Alberico Lemme. Il farmacista balzato spesso agli onori delle cronache per alcune sue esternazioni un pò fuori dall’ordinario e soprattutto per la sua discussa metodologia nutrizionale. Ospite in diverse trasmissioni televisive e tra i protagonisti del ‘Grande Fratello Vip’, ha rivelato di essersi ammalato del virus che ha messo in ginocchio il mondo intero, causando centinaia di migliaia di vittime.

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Alberico Lemme Covid 19 | Racconta | “Vivo per miracolo” FOTO

Il percorso vissuto da Lemme è molto simile a quello di tantissimi altri pazienti. Dall’insorgenza dei primi sintomi, inizialmente imputati ad una semplice influenza stagionale, fino alla difficoltà a respirare. Con la fortuna di avere avuto intorno le persone giuste che hanno saputo accompagnarlo nel suo percorso verso la guarigione. Così lo stesso farmacista racconta al giornale ‘Pop’: “Ammalarsi di Covid 19 non è una passeggiata. Lo racconto per tutti i sapientoni e saccenti che parlano e sparlano del virus. Posso dare una testimonianza diretta, io che ci sono passato. Ho iniziato questo calvario il 2 marzo scorso con una febbre a 38. Come la maggior parte delle persone ho pensato: è la solita influenza”. Iniziando così una semplice cura con i soliti antipiretici da automedicazione. Nonostante ciò, la temperatura scendeva solo al mattino, risalendo vigorosamente la sera. Ravvisando un percorso ‘anomalo’ rispetto alla ordinaria malattia stagionale, Lemme ha prontamente chiuso i suoi locali, sospendendo anche le visite e allertando tutti coloro con i quali era stato in contatto. Successivamente la segnalazione alle autorità sanitarie, per seguire pedissequamente il protocollo imposto dall’Istituto Superiore di Sanità e la quarantena volontaria per se stesso ed i suoi collaboratori.

Il farmacista racconta: “Sembrava una banale influenza. Invece..”

La situazione, monitorata dal medico di base sembrava decisamente sotto controllo, fino a precipitare lo scorso 12 marzo, dopo dieci giorni dalla manifestazione della febbre. Così il farmacista viene ricoverato all’Ospedale San Raffaele: “Non vi dico la situazione di emergenza al pronto soccorso. Per mancanza di posti letto eravamo tutti nei corridoi. Dopo tre giorni sono stato trasferito in reparto. Devo ringraziare di cuore il prof. Alberto Zangrillo, il suo staff di medici e infermieri del reparto di Anestesiologia e Rianimazione che mi hanno salvato la vita”.

Dopo il trasferimento presso la struttura ospedaliera di Tradate, dove Lemme ha completato il suo percorso di guarigione, finalmente ha potuto raccontare la sua esperienza. “Come sono stato contagiato? Sicuramente da qualche ‘cadetto’ che ho ricevuto in studio, asintomatico. Vi dirò di più. In quei giorni stavo attento, ma il contagio avviene lo stesso e in maniera subdola” racconta. Ponendo l’attenzione sul rispetto delle prescrizioni imposte dal Governo: “È più facile di quanto voi immaginiate. Vi invito a rispettare e applicare tutte le norme anti-contagio che oggi conosciamo bene tutti.Non sottovalutatele. È una pandemia. È sotto gli occhi di tutti. Una parte della popolazione e altri sedicenti esperti, oltre che politici, al comando della barca la sottovalutano. Chi è stato colpito, invece, percepisce gli effetti malefici della patologia e vede il mondo nella realtà dei fatti”.

Una vicenda tenuta segreta fino ad oggi: “Ho continuato a lavorare”

Il farmacista ha voluto parlare in prima persona della sua battaglia personale contro questa grave patologia, ottenendo che la vicenda restasse segreta fino ad oggi. “Non volevo veicolare notizie negative. Inoltre, ho continuato ininterrottamente a svolgere il mio lavoro, rispondendo telefonicamente a tutti i cadetti che non hanno sospettato nulla. Se avessero saputo che ero ricoverato, ovviamente, non avrebbero più chiamato e sarebbero ingrassati inesorabilmente!” spiega.

 Una scelta dettata anche dalla necessità di non mettere in pericolo la prosecuzione del rapporto lavorativo con tutti i suoi dipendenti: “Così facendo ho assicurato lo stipendio a tutti. E non mi fermo. A proposito, sto cercando, con regolare contratto di assunzione, un cuoco e un tecnologo alimentare. Il lavoro nobilita l’uomo. Forza ragazzi, dobbiamo pensare alla ricostruzione dell’Italia nei suoi aspetti sociali e produttivi. Noi Italiani siamo maestri in questo. Invito le nuove generazioni a non scoraggiarsi, a rimboccarsi le maniche e lavorare a muso duro. Non pensate ad uscire di casa per andare a correre o portare il cane a fare i suoi bisogni. Attiviamo la mente!”. Certo che ne usciremo ancora una volta a testa alta, grazie al contributo della scienza e del personale sanitario che si sta spendendo anima e corpo per la nostra salute.

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