Arriva il vino blu - Foto Instagram
Arriva il vino blu – Foto Instagram

Arriva il vino blu, ultima frontiera dell’aperitivo chic. Con un velo di romanticismo che lascia presagire aperitivi al tramonto su una magnifica spiaggia, arriva il Vindigo. Nome eclettico ed affascinante, ha una colorazione che più si avvicina a quella del mare piuttosto che a quella del cielo notturno ed un sapore fruttato e profumato. Il colpo grosso è stato messo a segno dall’imprenditore francese René Le Bail che, in collaborazione con un enologo spagnolo, ha creato un prodotto senza dubbio estremamente glamour. Appena messo in commercio infatti le sue vendite sono letteralmente schizzate, anche solo per la curiosità di proporre ai consumatori un prodotto nuovo ed esteticamente bello.

Vino blu, ecco come si ottiene

La qualità è quella di uno Chardonnay e la sua colorazione è, secondo quanto affermato, completamente naturale. Il processo che porta questa colorazione deriverebbe infatti da una particolare procedura di vinificazione, stigmatizzata dai puristi della materia. Il procedimento infatti passa attraverso il filtraggio del vino attraverso le bucce di uva a bacca rossa. In questo modo gli antociani in esse contenute, rilascerebbero quei pigmenti idonei a conferire la tonalità azzurrina quando sono sottoposte a condizioni di particolare acidità.

Le critiche: è o non è un vino?

Gli esperti hanno subito manifestato perplessità innanzitutto sulla sua collocazione tra i vini. Tecnicamente infatti, anche se la colorazione azzurra fosse ottenuta con interventi naturali, l’intero processo di vinificazione non rispetterebbe i canoni normali per la produzione in questa specifica categoria. Forti critiche quindi hanno accompagnato la produzione del Vindigo, anche in base alla perplessità che qualsiasi elemento aggiunto al processo possa essere consentito o meno. Il produttore René Le Bail non sembra porsi tanti problemi, forte del grande impatto che il vino blu avuto sul pubblico e che senza dubbio lo rende particolarmente attraente anche anche al consumatore abituale. La logica del marketing vuole che prima o poi potremmo anche ritrovarcelo sul bancone del supermercato, piuttosto che di un bar.