Si, sono incorsi dei cambiamenti nel fare la spesa che rendono questa azione qualcosa di veramente diverso adesso, rispetto a quando lo facevamo in passato.
Fare la spesa è un momento al quale nessuno di noi può rinunciare, sennò che si mangia poi? Il rifornimento settimanale, che in realtà può avvenire anche due o più volte dal lunedì alla domenica, è necessario e va ponderato per bene. Ci sta poi a volte che vengano effettuate delle “deviazioni” da quelli che sono gli alimenti di prima necessità che ci servono e che abbiamo messo in conto di comprare.
Sostanzialmente però la maniera di fare la spesa è cambiata, nel corso degli anni. Oggi c’è una interattività maggiore, addirittura in certe occasioni la spesa puoi farla da casa ed andare a ritirarla, oppure puoi fartela recapitare a casa. E poi ci sono le casse automatiche, ed in alcuni casi è sparita pure la presenza dei lavoratori umani. Si fa tutto per via informatica e magari anche con l’aiuto di una intelligenza artificiale nella gestione.
In realtà però è cambiata anche la preferenza degli utenti, in molti casi. C’è una consapevolezza maggiore riguardo a certi temi come il benessere degli animali presenti negli allevamenti e dai quali si ricavano i beni alimentari che finiscono nei nostri carrelli. Oppure in merito ad un ridotto impatto ambientale.
C’è un rapporto fornito da Behavior Change Report di YouGov per il quale due terzi dei consumatori che fanno la spesa in Italia si dicono convinti che le loro scelte possono fare la differenza. Che può diventare anche qualcosa dall’elevato senso civico.
E poi, grazie anche alle tante eccellenze che caratterizzano il nostro territorio, più di tre consumatori su quattro in Italia (non diciamo italiani perché ci possono essere anche tanti stranieri che hanno assimilato le abitudini del Belpaese, n.d.r.) scelgono articoli alimentari dichiaratamente Made in Italy.
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Anche l’economia locale, che è accompagnata da un forte senso di identità regionale, è molto favorito dalle scelte di consumo nel fare la spesa in Italia. E per ben il 75% dei casi. A motivare l’acquisto di alcuni prodotti piuttosto che di altri concorrono anche le promozioni, il far propendere la qualità anche a costo di pagare di più, ed il contrasto agli sprechi alimentari. Questi tre aspetti trovano un largo spazio nelle abitudini di consumo.
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Fa molto piacere potere constatare come il report di YouGov ponga l’accento anche su scelte più consapevoli di consumo dal punto di vista alimentare. I consumatori puntano sempre di più su prodotti con meno zuccheri aggiunti e con più ingredienti di qualità. Ciò che viene acquistato quando si va a fare la spesa non deve soltanto rappresentare qualcosa di soddisfacente per il palato.
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Deve infatti anche essere nutriente e salutare, sostenibile e che rispetti i diritti degli animali, oltre che l’ambiente. Non è un caso se c’è anche un contestuale aumento di domanda rivolta verso prodotti a km zero prodotti in loco. Si può dire in tutto e per tutto che la spesa sia diventata più virtuosa.
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