Antonino Cannavacciuolo torna ad essere indiscusso protagonista della scena: lo chef stellato questa volta va a ruota libera e non ci sta più: “fanno tutti i fenomeni”.
Come abbiamo avuto modo di spiegare anche in occasioni precedenti, infatti, quando parliamo di Antonino Cannavacciuolo facciamo riferimento a uno dei re della cucina italiana, insieme a un gruppo ben assortito di chef come Carmo Grasso, Bruno Barbieri, Enrico Bartolini, Giorgio Locatelli e tanti altri.

Una lunga serie di chef che hanno conquistato la stella Michelin e il panorama internazionale della cucina. Ognuno di loro, infatti, va valutato attentamente in base ai propri punti di forza, nel tentativo non solo di emergere nello scenario culinario, ma anche di diffondere il proprio modo unico di vivere la cucina.
Sulla base di tale motivazione, Cannavacciuolo ha deciso di intervenire durante una lunga intervista rilasciata a un noto magazine, parlando a spada tratta di un tema molto importante che ancora oggi è oggetto di discussione.
Cannavacciuolo a ruota libera, lo chef non ci sta più!
Nel corso degli anni abbiamo visto come Antonino Cannavacciuolo sia stato attivamente impegnato in numerosi progetti lavorativi, compresa l’espansione del suo business nel campo della ristorazione. Ma non finisce qui, perché in questo frangente, insieme al suo staff, è sempre impegnato nella realizzazione di dolci tipici della tradizione italiana, venduti nel suo shop online e prodotti nel laboratorio di quasi 2500 metri quadrati, di cui ha parlato durante la lunga intervista rilasciata al Gambero Rosso.
Dopo aver festeggiato i suoi cinquant’anni, lo chef stellato si concentra ora sui dolci per Natale, e proprio per Cannavacciuolo è arrivato il momento di parlare di un tema molto importante con questa dichiarazione: “Ristoranti Fine Dining? Fanno tutti i fenomeni, ma nessuno si chiede il costo della materia prima. C’è ipocrisia”.

“Usciamo un po’ dalla finzione”
Durante l’intervista al Gambero Rosso, Cannavacciuolo ha parlato dell’utilizzo delle materie prime in cucina, non solo per la realizzazione di prodotti confezionati, ma anche quando le loro proposte arrivano al pubblico. Lo chef, a ruota libera, ha chiarito il suo punto di vista: “Usciamo un po’ dalla finzione, ma io non posso vendere il mio panettone a meno di 35-40 €, con 400 g di burro francese. Come si fa a pagare un panettone 5-6 euro? Che ci mettono dentro?”.
Successivamente, il confronto si è spostato su Carlo Cracco, da sempre protagonista di critiche per via del suo piatto con piccione e foie gras, e persino per una polemica in passato innescata sulla sua pizza, realizzata con materie di eccellenza come nel caso della mozzarella, citata dallo stesso Cannavacciuolo.
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Non a caso, quando gli viene fatto notare che l’alta cucina non è del tutto democratica, Cannavacciuolo interviene così: “Ma dipende da dove ti siedi. Non tutti facciamo i fenomeni, però da me prendi il miglior scampo che c’è, è 1 kg di scampi di prima categoria, che sono tre, a me costa 70 €, e poi non accetti che nel mio menù costi 200 €. C’è molta ipocrisia”.
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