Il cibo sostenibile è da sempre un’utopia che tutti rincorriamo, nella speranza che possa veramente dare benefici alla nostra salute. Ci sono però delle incongruenze che spesso non si notano e che in realtà, poco si addicono ad un commercio di questo tipo. Sostenibilità non vuol dire solo alimenti nutrizionalmente sani, ma anche prodotti con un basso impatto ambientale sia in termini di utilizzo del suolo, che di risorse naturali. Questa definizione si scontra con abitudini ormai consolidate, che purtroppo stentano a trasformarsi a favore di produzioni più ecologiche.
Per acquistare davvero cibo sostenibile basterebbe imporsi qualche piccolo ragionamento prima di esaurire la lista della spesa. Innanzitutto riflettere sul fatto che gli alimenti con questa dicitura, vengono imballati esattamente come tutti gli altri. Ciò vale per frutta e verdura, come per l’acqua, contenuti in comunissima e poco, ma molto poco sostenibile plastica. E’ un dato di fatto ormai che l’accumulo di questo versatile materiale stia causando disastri ecologici, eppure il cibo sostenibile appare perfettamente “incellophanato”. Per quanto si possa seguire alla lettera la raccolta differenziata, lo smaltimento o il riciclo di determinati prodotti produce un altrettanto elevato impatto ambientale. La soluzione è riutilizzare ciò che è idoneo ad essere nuovamente impiegato, come le bottiglie di plastica.
Il ragionamento da proporre è allo stesso tempo complesso ed estremamente semplice: coloro che sono votati all’alimentazione vegetale, ad esempio, sono soliti consumare la soia. La sua coltivazione è la prima causa di deforestazione nel Sud America. E’ ovvio giungere alla conclusione per la quale, se la soia che abbiamo acquistato proviene da quella zona, di sostenibilità con c’è un bel nulla. Spesso dunque, la soluzione è dietro l’angolo: acquistare cibo in lattine di alluminio è una di queste. Si tratta infatti di un materiale il cui riciclaggio è estremamente facile. Oppure scegliere prodotti la cui provenienza è frutto di allevamenti a basso impatto ambientale. Non sempre ciò che è coltivato a chilometro zero è sempre sostenibile: basta abituarsi a pensare, per riuscire a salvare veramente il pianeta.
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