Arriva il nuovo allarme sconvolgente che riguarda tutti gli italiani, in Italia peggio che in America sta per cambiare tutto e la dieta mediterranea non è più un punto di riferimento.
La dieta mediterranea negli anni non è stata soltanto un punto di riferimento in campo alimentare, ma è diventata anche oggetto di vari studi scientifici da parte di esperti che l’hanno analizzata pasto dopo pasto e che l’hanno promossa poi a pieni voti.
Basti pensare che questa origine alimentare, infatti, è stata definita tra le più complete alle quali poter fare affidamento e non si tratta soltanto dei cinque pasti al giorno da effettuare, ma anche della regolarità con cui questi avvengono e degli alimenti che li compongono.
Nel momento in cui parliamo di questa dieta, infatti, sappiamo già che al suo interno contiene proteine, vitamine, sali minerali ma anche carboidrati, miscelati tra i vari pasti in modo tale da concedere al corpo tutto il nutrimento di cui abbiamo effettivamente bisogno.
Sulla base di tale motivazione, dunque, l’allarme che è stato lanciato dagli esperti non diventa soltanto importante ma anche molto più preoccupante di quanto in realtà possiamo immaginare.
L’alimentazione degli italiani, dunque, che grazie alla tradizione culinaria e ai vari piatti di riferimento prende spunto proprio dalla dieta mediterranea, è sempre stata presa ad esempio per ritrovare la perfetta forma fisica e soprattutto per ottenere l’equilibrio alimentare che ci permette di mantenerci in salute, tenendo conto di quanto spiegato precedentemente.
In questo frangente, però, le abitudini dei cittadini sono cambiate sensibilmente per varie motivazioni. Un esempio pratico e lampante per capire quanto stiamo dicendo è rappresentato dalle pause pranzo che sempre più spesso vengono effettuate fuori casa, motivo per cui ci si affida a pietanze cotte all’ultimo minuto. Per capire ancora meglio quanto stiamo dicendo, dunque, è stato riscontrato che sempre più persone si affidano a fast-food, ristoranti, asporto anche quando si trovano in casa… così come avviene già in America e in altre nazioni da molto tempo.
Sulla base di tale motivazione, dunque, a intervenire su una questione considerata allarmante è stato l’Istituto Superiore della Sanità, il quale ha effettuato delle indagini che hanno permesso di scoprire come anche in Italia si tenda ad assumere abitudini quotidiane molto simili a quelle americane. Ecco di cosa si tratta nello specifico.
Secondo quanto reso noto dal portale sanitainformazione.it, un recente studio coordinato da Laura Rossi, direttrice del reparto di Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore della Sanità, ha permesso di analizzare come siano cambiate ed evolute le abitudini e i consumi alimentari degli italiani proprio nel corso degli ultimi 15 anni. La ricerca è stata pubblicata dalla rivista Frontiers in Nutrition, ma proprio la dottoressa Rossi ha parlato di “criminalizzare i carboidrati“.
Nello specifico, i risultati della ricerca, così come la stessa dottoressa Rossi spiega, indicano un peggioramento dell’aderenza alle raccomandazioni, ovvero l’eccesso di consumi alimentari di origine animale come nel caso di carne rossa e salumi. Inoltre, è stato evidenziato uno scarso consumo di alimenti vegetali e proteine vegetali come i legumi. La dottoressa Laura Rossi, poi, ha rivelato quanto segue: “Tendiamo a criminalizzare i carboidrati e a consumare molti alimenti voluttuari come snack dolci e salati, vino e birra. In particolar modo, questo è vero per gli adulti, mentre negli anziani e nelle donne la situazione è lievemente migliore“.
Sostanzialmente, dunque, il consumo dei cibi ultra-processati influisce per più del 6% sul totale degli alimenti consumati, insieme al 23% dell’apporto energetico giornaliero.
Sulla base di tale motivazione, dunque, l’esperta dell’Istituto Superiore della Sanità consiglia sempre di leggere bene le etichette dei cibi che portiamo in casa, moderare l’assunzione degli zuccheri e preferire quelli naturali. Inoltre, preferire sempre alimenti freschi, ridurre il consumo di bevande zuccherate e dolcificate, limitare zucchero, sale e grassi saturi, soprattutto quelli presenti in prodotti apparentemente non processati o venduti come tradizionali.
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