Negli ultimi anni il kebab è diventato un vero e proprio punto di riferimento anche nelle abitudini quotidiane, ma non tutti conoscono cosa c’è davvero dentro, perché in caso si cambierebbe idea prima di consumarlo… oppure no?
Come abbiamo avuto modo di spiegare anche in occasione della pubblicazione di articoli precedenti, infatti, sono davvero numerosi gli alimenti che nel corso degli anni sono entrati di diritto nella tradizione culinaria italiana e persino nelle abitudini degli italiani.
Un esempio pratico per capire quanto stiamo dicendo, non a caso, è rappresentato proprio dal kebab, un alimento che appartiene a una tradizione completamente diversa da quella europea, in quanto proviene dalla Turchia e rappresenta un vero e proprio simbolo della tradizione del fast food locale.
Non si può negare, poi, che in questo frangente il kebab ha conquistato tantissime persone grazie al suo sapore molto intenso, alla carne ricca di gusto e tanto altro ancora… al tempo stesso, però, ci sono dei dubbi ai quali in pochi riescono a dare una risposta.
Non è la prima volta che si affronta un argomento delicato come la composizione di alcuni alimenti che sono ormai di consueta abitudine in campo alimentare. Un esempio pratico per capire quanto stiamo dicendo è rappresentato dai wurstel, spesso oggetto di indagini critiche per la loro composizione.
In questo calderone, però, a quanto pare rientra anche il kebab, perché in pochi prestano attenzione alla reale composizione di questo alimento, il quale è stato oggetto di studi scientifici dal Local Authority Coordinator of Regulatory Services. Il tutto con l’obiettivo di mettere sotto lente d’ingrandimento ciò che è contenuto dentro il kebab.
In particolar modo, lo studio citato precedentemente, ovvero quello della Local Authority Coordinator of Regulatory Services, ha messo in evidenza come all’interno di una sola porzione di kebab possiamo trovare più di 1000 calorie, ma anche il 148% in più dei grassi saturi raccomandati quotidianamente, tenendo conto che il quantitativo di riferimento è del 98%.
Sulla base di tale motivazione, dunque, è importante prestare attenzione alla composizione con la quale viene preparato il kebab, che solitamente è una miscela di carne di pecora, manzo e in alcuni casi anche pollo, anche se quest’ultimo tipo di carne difficilmente si trova in questo piatto di riferimento.
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In particolare, è stato riscontrato che una porzione di kebab ha l’equivalente calorico di un bicchiere di olio d’oliva bevuto così com’è. Insomma, una lunga serie di effetti negativi che si ripercuotono sulla salute generale della persona, con una maggiore predisposizione a contrarre malattie cardiache. Tenendo conto di quanto detto, dunque, il kebab può essere introdotto sporadicamente nel piano alimentare come un piccolo sfizio, ma non va ritenuto un punto di riferimento, a meno che non ci si voglia imbattere in conseguenze negative e malattie di vario tipo.
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