Sta facendo discutere il mondo intero la notizia riguardante lo chef più bravo al mondo, un traguardo raggiunto negli anni con passione e dentizione per il suo lavoro che rappresenta una reale e concreta parte della sua vita nel quotidiano… diventando così un dei cuochi che tutto il mondo ama.
C’è una storia che inizia in punta di piedi alla riscoperta di sapori, la quale fonda le sue radici nella tradizione e nella storia di un paese magnifico e che oggi, a sorpresa, conquista le pagine della stampa internazionale e scalda il cuore di chi crede ancora nel valore del tempo, della dedizione, della tradizione.

È la storia dello chef giapponese Kenjiro Kanemoto, che a 97 anni ha ricevuto il prestigioso Mentor Chef Award dalla Guida Michelin, diventando così lo chef più anziano mai premiato nella storia della ristorazione mondiale.
Un riconoscimento che va oltre il piatto: premia la passione di una vita, il coraggio di restare fedele alla propria cucina e la volontà di trasmettere, giorno dopo giorno, la bellezza del mestiere. Ma chi è davvero Kenjiro Kanemoto, e perché il suo nome sta facendo il giro del mondo?
Lui è lo chef migliore al mondo, ha 97 anni e la cucina è sua ragione di vita
La sua vita è un intreccio perfetto di tradizione e costanza per il protagonista di questa incredibile storia che lasciando il mondo intero, così come gli appassionati di cucina, assolutamente senza parole. Nato nel 1927, Kanemoto rappresenta la quinta generazione alla guida del ristorante Nodaiwa Azabu-Iikura Honten di Tokyo, famoso per la preparazione dell’unagi, l’anguilla grigliata tipica del periodo Edo. Un piatto che, sotto le sue mani esperte, è diventato molto più di una semplice pietanza: è diventato arte, cultura, identità.
La sua carriera comincia da una vera passione e fin da ragazzo ha imparato a conoscere ogni sfumatura del pesce, a rispettarne le carni, a dosare la cottura con una precisione quasi spirituale. Non è mai stato un tipo da riflettori, ma da griglia rovente e occhi vigili. Ha lavorato in silenzio per decenni, trasmettendo il suo sapere a chiunque varcasse la soglia della sua cucina. E oggi, dopo quasi un secolo di lavoro, viene riconosciuto non solo per la sua bravura, ma per la sua capacità di formare, di ispirare, di guidare. Il suo motto? “Un ristorante esiste solo se forma le persone”.

Il premio Michelin come medaglia al valore per il famoso chef
Il premio Michelin arriva così come un sigillo a una carriera fuori dal tempo. In un’epoca in cui la ristorazione è sempre più veloce, più estetica che sostanza, la figura di Kanemoto rappresenta l’antidoto alla fretta: lui ci insegna che l’esperienza si costruisce giorno dopo giorno, che un buon piatto nasce prima dalla testa e poi dalle mani, e che un maestro non è solo chi cucina bene, ma chi lascia qualcosa agli altri.
Nonostante i suoi 97 anni, lo chef giapponese è ancora attivo: si alza presto, controlla ogni dettaglio, insegna ai giovani e lavora con quella calma tipica di chi sa che il tempo non è un ostacolo, ma un alleato. Ecco perché oggi il suo nome è diventato leggenda.






