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McDonald’s e l’epidemia da Escherichia coli, a rischio anche altre catene di fast food

C’è una brutta situazione in corso da gestire per McDonald’s, che si è ritrovata con una questione molto delicata. Ma non è la sola.

McDonald’s e l’epidemia da Escherichia coli, a rischio anche altre catene di fast food (ricettasprint.it)

Un’epidemia di Escherichia coli ha recentemente colpito diversi stati degli Stati Uniti, causando la morte di una persona e malesseri gravi per molte altre. Al centro di questa crisi sanitaria ci sarebbero delle cipolle a fettine, secondo quanto dichiarato dalla catena di fast food McDonald’s.

La notizia ha avuto un immediato impatto sui mercati, con un significativo calo del titolo della compagnia a Wall Street, evidenziando quanto possa essere sensibile l’industria alimentare a problemi di sicurezza.

Le autorità sanitarie, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), hanno tracciato un collegamento tra l’epidemia ed i ristoranti di McDonald’s, scatenando una serie di reazioni.

In risposta, la catena ha deciso di ritirare dal menu i famosi hamburger Quarter Pounder nei ristoranti coinvolti. Ma ha mantenuto il riserbo sul centro di distribuzione specifico da cui provengono le cipolle.

Epidemia McDonald’s, colpite anche altre aziende del settore

Epidemia McDonald’s, colpite anche altre aziende del settore (ricettasprint.it)

La questione si è ulteriormente complicata con il coinvolgimento di Taylor Farms, una azienda californiana che ha fornito le cipolle. Secondo le dichiarazioni di McDonald’s, queste cipolle sono state inviate a un centro di distribuzione e da lì distribuite ai ristoranti.

È emerso che le cipolle ritirate erano originariamente destinate a un’altra struttura di Taylor Farms in Colorado. Dove è stato emesso un richiamo per cipolle gialle intere e a cubetti, potenzialmente contaminate.

Nel frattempo, altre catene di fast food, come Taco Bell, Pizza Hut e KFC, hanno adottato misure precauzionali, rimuovendo anch’esse cipolle fresche dai loro menu. Yum Brands, la società madre di Taco Bell e Pizza Hut, ha dichiarato di monitorare attentamente la situazione e di seguire le linee guida delle autorità sanitarie.

Restaurant Brands International, che gestisce Burger King, ha confermato che circa il 5% dei suoi ristoranti utilizza cipolle provenienti dalla stessa struttura di Taylor Farms in Colorado. Nonostante non avesse ricevuto segnalazioni di malattie, l’azienda ha scelto di smaltire le cipolle fornite. E di adottare un approccio più cauto, rifornendo i ristoranti con cipolle da altri fornitori.

Qual è il ceppo di Escherichia coli individuato

La situazione si fa più seria considerando che almeno dieci persone sono in ospedale a causa dell’infezione, tra cui un bambino che ha sviluppato complicazioni renali.

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Le infezioni sono state confermate tra il 27 settembre e l’11 ottobre. Ed i sintomi associati all’avvelenamento da E. coli possono manifestarsi rapidamente, con febbre, vomito e diarrea sanguinolenta.

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Il ceppo di Escherichia coli coinvolto, O157:H7, è noto per la sua pericolosità. Ogni anno, negli Stati Uniti, causa circa 74.000 infezioni, con un numero significativo di ricoveri e decessi. Le categorie più vulnerabili includono bambini, anziani e persone con il sistema immunitario compromesso. Rendendo la sicurezza alimentare un tema cruciale.

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In risposta a questa epidemia, la Food and Drug Administration (FDA) ha avviato un’indagine per identificare tutte le fonti di contaminazione. Mentre Taylor Farms ha mantenuto il silenzio riguardo alla situazione, suscitando ulteriori preoccupazioni.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.

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