Inquietano i risultati di uno studio internazionale in materia di presenza di microplastiche nell’acqua minerale. Ce ne sono molte di più rispetto all’acqua di rubinetto, i motivi.
Microplastiche nell’acqua, tanti studi ne hanno confermato la presenza, così come negli alimenti. Il rilascio avviene dal consumo degli involucri in plastica che avvolgono il cibo confezionato. Poniamo un esempio: lo sfregamento dei tappi di plastica o di quelli delle bottiglie in vetro dipinti: con l’usura, si ha il rilascio di microparticelle sintetiche plastiche ed anche di altro tipo, direttamente nell’acqua o nelle altre bevande.
Per il cibo vale lo stesso, con il processo che è noto come migrazione negli alimenti. E quel che è peggio è che le microplastiche sono anche estremamente facili da trasportare. Questo fa si che gli agenti atmosferici, con soprattutto il vento, consentano loro di raggiungere praticamente qualunque posto esistente sulla faccia del pianeta. Ed infatti microplastiche vengono trovate spesso negli stomaci dei pesci che mangiamo, anche a profondità oceaniche elevate. E pure le vette più alte del mondo non vengono risparmiate.
Le microplastiche hanno invaso la Terra, le assumiamo sia con il semplice contatto con la pelle che con la respirazione, oltre che mediante l’alimentazione. Esse inquinano costantemente alimenti e bevande che assumiamo ogni giorno. E c’è di peggio. Uno studio infatti conferma ora come la presenza di microplastiche – la cui grandezza varia da un micron (ovvero un millesimo di millimetro) a cinque millimetri – sia particolarmente folta purtroppo nell’acqua minerale.
Il loro accumulo all’interno dell’organismo accentua la distruzione delle cellule ed espone ad un aumento di infiammazioni, di forme di tumore, danni ad apparato neurologico, immunitario, metabolismo, sistema cardiocircolatorio, sistema endocrino e tossicità. E le microplastiche tendono ad accumularsi sopratuttto in fegato, polmoni, cervello e placenta.
Uno studio della canadese Concordia University di Montreal conferma come l’acqua minerale sia particolarmente soggetta ad essere contaminata. Se ne parla sulla rivista scientifica Journal of Hazardous Materials. In media chi beve acqua minerale assume ogni anno almeno 90mila-100mila microplastiche in più rispetto a chi è abituato a bere acqua di rubinetto. A tutto ciò poi va aggiunta una media di 46mila microplastiche assunte annualmente mediante altre fonti, ogni anno e per tutta la vita.
Gli esperti canadesi hanno tratto queste conclusioni dopo avere compiuto una media di più studi svolti in maniera indipendente da loro colleghi in tutto il mondo in passato. La colpa è soprattutto dei processi industriali.
I tappi e la plastica delle bottiglie rilasciano molti frammenti, e questa cosa non avviene con l’acqua di rubinetto che sgorga direttamente in casa. Inoltre delle particelle possono essere rilasciate durante il processo di produzione, riempimento, imballaggio e trasporto delle bottiglie.
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