Il consumo di salmone affumicato è molto alto in tutti i periodi dell’anno, Natale incluso. Alcuni prodotti però possono risultare assai nocivi per la salute.
Salmone affumicato, sono in tanti ad apprezzarlo per il gusto intenso che lo caratterizza. E che ne fa un ingrediente perfetto per la creazione di tartine e di stuzzichini vari. L’accoppiata tra salmone affumicato e maionese è super vincente, per dire. E presentare un bel vassoio di salmone affumicato che troneggia tra gli antipasti è un rito immancabile per molti, nel corso delle festività natalizie.
Quello del salmone affumicato sembra un acquisto semplice, quasi scontato. Ma dietro quelle fette color arancio si nasconde un mondo di differenze qualitative abissali. Se non vuoi che l’unica cosa “affumicata” sia il tuo portafoglio, dobbiamo imparare a leggere tra le righe delle etichette, andando oltre le immagini di fiordi norvegesi e packaging dorati. Senza dimenticare anche i possibili rischi che possono riguardare la salute.
La prima grande distinzione riguarda l’origine. Il salmone selvaggio (spesso Sockeye o Red King) è un prodotto pregiato, dalle carni sode e povere di grassi, poiché il pesce ha nuotato liberamente. Però il grosso del salmone affumicato che acquistiamo già confezionato al supermercato o al discount è salmone d’allevamento.
E qui casca l’asino: non tutti gli allevamenti sono uguali. Un segnale di qualità è la dicitura “allevato senza antibiotici” o le certificazioni di sostenibilità (come ASC o Bio). Un occhio attento deve guardare la fetta. Se vedi troppe venature bianche e spesse, significa che il pesce è molto grasso, segno di una vita sedentaria e di un’alimentazione forzata. È questo il punto dove si gioca la vera partita della qualità.
La tecnica tradizionale prevede l’affumicatura a freddo con legni pregiati (faggio, quercia). È un processo lento, che asciuga le carni e conferisce un aroma delicato. Si sa però che l’industria ha fretta. E che quindi molti prodotti economici utilizzano il cosiddetto “fumo liquido” (spesso indicato come “aroma di fumo”). In pratica, il pesce viene spruzzato o immerso in una soluzione chimica che ne simula il sapore. Se l’etichetta non specifica “affumicato con legno di…”, è molto probabile che si tratti di un trucco chimico.
Un altro indicatore fondamentale è la tecnica di salatura. Il metodo migliore è la salatura a secco, effettuata manualmente cospargendo i filetti di sale. È un processo costoso perché fa perdere peso al pesce, concentrando il sapore. L’alternativa industriale è l’iniezione di salamoia (acqua e sale): un trucco che gonfia il pesce, facendovi pagare l’acqua al prezzo del salmone.
Occhio anche allo zucchero: se compare tra i primi ingredienti, serve a mascherare un pesce di scarsa qualità o un’affumicatura troppo aggressiva. Prima di mettere la busta nel carrello, controlla velocemente i seguenti aspetti:
Scegliere bene quale salmone affumicato acquisti fa la differenza. Per questo dovresti impiegare anche solo qualche decina di secondi in più per individuare un salmone affumicato che sia di qualità superiore.
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