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Dalla giungla alla Sicilia: le banane Chiquita diventano italiane

Arrivano le banane siciliane Chiquita, l’azienda svizzera punta tutto sull’Italia, perché è stato scelto proprio il nostro Paese. Cosa c’è da conoscere.

Chiquita e le banane coltivate direttamente in Sicilia, chi l’avrebbe mai detto? Un giorno potremo comprare una banana «made in Italy». Eppure, Chiquita Brands International – uno dei marchi globali più noti nel mondo della banana, se non il più noto – ha deciso di fare questo passo, avviando la coltivazione in Sicilia. In collaborazione con la cooperativa Alma Bio, l’azienda ha piantato circa 20.000 banani biologici in questo autunno 2025, con il sogno di vederne i primi frutti sugli scaffali già nel 2026.

Dalla giungla alla Sicilia: le banane Chiquita diventano italiane – ricettasprint.it

Il piano di Chiquita si concentra su terreni tra Marina di Ragusa, Marsala e Campobello di Mazara, zone climaticamente più favorevoli. Il modello scelto è quello della banana biologica e con etichetta “Prodotto Italiano”, un modo per avvicinare il consumatore al concetto di territorio anche per un frutto tradizionalmente esotico. La varietà selezionata è la “Cavendish”, già “testata” su scala minore nella zona da Alma Bio.

Banane Chiquita in Sicilia, un progetto non semplice

Questa non è un’impresa semplice: la banana richiede un clima stabile, abbondante acqua e protezione dal vento. In Sicilia, dove spesso si affrontano problemi idrici e condizioni ambientali variabili, mantenere la sostenibilità con costanza sarà arduo.

Banane Chiquita in Sicilia, un progetto non semplice – ricettasprint.it

Il progetto delle Chiquita siciliane ha una portata simbolica: trasformare la banana da frutto tropicale importato a prodotto della filiera mediterranea. Se dovesse riuscire, potrebbe segnare un cambio di paradigma nell’agricoltura dell’Isola. Ma ci sono rischi, infatti:

  1. Il consumo d’acqua: coltivare banani necessita molta irrigazione, e in Sicilia l’acqua è una risorsa preziosa.
  2. Il modello agricolo: se Chiquita domina l’intera filiera, può sorgere il rischio di marginalizzare le aziende locali.
  3. L’effetto mediatico: il progetto attira l’attenzione, ma deve dimostrare concretamente sostenibilità, redditività e benefici per il territorio.

Una nuova stagione agricola

Se il progetto avrà successo, può aprire una stagione innovativa per il Sud Italia. Trasformare un frutto “esotico” in qualcosa di “nostro” significa anche cambiare il racconto della produzione agricola mediterranea. Chiquita e Alma Bio intendono dimostrare che si può puntare alla qualità, al biologico e al legame con il territorio anche in colture non tradizionali.

Se, invece, la pratica dovesse dimostrarsi difficile da sostenere, il rischio è che resti una bella idea, simbolica più che concreta — un esperimento suggestivo piuttosto che un nuovo modello agricolo. Un prodotto del genere è assolutamente peculiare. La banana siciliana è un sogno che si realizza per molti, perché porta prestigio grazie al marchio di Chiquita conosciuto in tutto il mondo.

E grazie anche alle opportunità di lavoro che tutto ciò creerà. Certo è che il vero esame arriverà col primo raccolto. Se il progetto manterrà le promesse di qualità, sostenibilità, supporto alle comunità locali, tutto questo potrebbe cambiare il modo in cui concepiamo la frutta, rendendola più vicina, più italiana.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.

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Salvatore Lavino

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