Lo chef ha espresso le sue condizioni sulla vita e sul modo di affrontare le difficoltà. Ecco cosa pensa Antonino.

Antonino Cannavacciuolo | I suoi piatti innovativi si confondono con la tradizione

Antonino Cannavacciuolo è uno degli chef più importanti al mondo. I suoi piatti sono tra i più apprezzati a livello internazionale. La grande forza dello chef è quella di saper coniugare tradizione e innovazione, mescolando i sapori della sua terra natia con gusti a volte esotici. Il risultato è un’esplosione di gusto inaspettata che lascia chi assapora i suoi piatti in estasi e pronto a vivere nuovamente un’esperienza culinaria idilliaca. E’ anche per questo che i suoi libri vanno a ruba. Tutti sognano di poter raggiungere livelli di maestria in cucina.  Proprio in occasione della pubblicazione del suo lavoro, Tutto il sapore che vuoi è, ha espresso le sue condizioni sul suo modo di affrontare la vita. Un pensiero profondo, speranzoso e introspettivo quello dello chef, che invita tutti a vivere con più leggerezza.

Antonino Cannavacciuolo | Il pensiero critico e profondo dello chef

Nel corso di un’intervista per Vanity Fair, è stato chiesto ad Antonino perché avessi deciso di scrivere un libro nel quale ci fossero solo ricette vegetariane. A questo punto Cannavacciuolo ha risposto :”Ora ti dico cosa mi ha insegnato la vita: se non lo avessi fatto mi avrebbero rimproverato per non averlo fatto e ora che l’ho fatto sono in tanti a credere che io mi sia limitato a seguire una moda. Si è troppo abituati a pensar male, invece bisogna imparare a guardare il bello delle cose: se ti concentri a sulla bellezza, la vita ti sorride. La verità è che ho scritto questo libro per mostrare una volta per tutte che la cucina vegetariana è cucina.

Leggi anche—–>Benedetta Rossi | Faceva la cameriera | L’indiscrezione

Leggi anche—–>Benedetta Rossi | Non è fotogenica? | I commenti spietati degli utenti

Ed è una cucina che ci appartiene da molto più tempo di quanto pensiamo, perché prima di diventare mangiatori seriali di carne e pesce noi, specie al sud, mangiavamo verdure e legumi”.