Cosa sappiamo della inimitabile e buonissima Cassata Siciliana, il dolce di “Trinacria” ha un retaggio che si perde nel corso del tempo.

Storia della Cassata Siciliana
Storia della Cassata Siciliana Foto dal web

Ripercorriamo le tappe che nel corso di circa dieci secoli ci hanno portato ad avere uno dei dolci più buoni che ci siano: la Cassata Siciliana.

Alzi la mano chi non conosce la celebre Cassata Siciliana. Si tratta di uno dei dolci caratteristici della Sicilia e che viene ormai inserita all’unanimità nei menu festivi anche di altre parti d’Italia.

Ogni momento è buono per gustarsene una però, ed è così da secoli. Originaria di Palermo, questa bontà è diventata talmente famosa nel tempo da essere assurta ad uno dei simboli del capoluogo.

Da quanto si apprende dai racconti e dalle tradizioni di quelle parti, la Cassata Siciliana sembra avere almeno mille anni. Risale infatti a circa dieci secoli fa il primo ‘prototipo’ all’interno dei laboratori di pasticceria del tempo. E ci troviamo in piena dominazione araba. Non a caso il termine ‘cassata’ risulta molto assonante all’arabo ‘quas’at’.

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Cassata Siciliana, un gusto lontano nei secoli

I saraceni imperversano da circa altri due secoli ed in Sicilia ed in altre zone dell’Italia meridionale era ormai già diffusa la coltivazione di arance, pistacchi e mandorle, tutti prodotti della terra fortemente integrati nella gastronomia siciliana.

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La prima apparizione della Cassata avvenne cuocendo la ricotta dolce al forno con della pasta di pane. In principio fu questo, poi arrivò la Pasta Reale ed infine il pan di spagna, con a volte l’aggiunta di cacao.

Infine, dal 1600 circa in avanti, venne elaborato l’aspetto consueto con tanto di ciliegia e frutta candita che conosciamo. Questo dolce venne concepito per omaggiare il sole: lo provano la forma pressoché sferica e la luminosità del suo involucro candido.

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Ed agli inizi veniva gustata nel periodo di Pasqua, per poi essere estesa a tutto l’anno. E questa meraviglia avrà imperitura durata, per fortuna.

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