Spunta finalmente la verità sullo chef italiano ucciso: la confessione agghiacciante fa chiarezza sulla dinamica dell’accaduto, rivelando dettagli sconvolgenti.

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Si chiamava Andrea Zamperoni ed aveva varcato il confine di Casalpusterlengo, in provincia di Lodi, per inseguire il suo sogno e lavorare nelle cucine dei più rinomati ristoranti in giro per il mondo. Il trentatreenne era partito giovanissimo ed aveva vissuto diversi anni a Londra, città in cui si era recato con il fratello gemello, per poi proseguire la sua esperienza a Miami ed Abu Dhabi. Infine l’approdo a New York nel 2018 per lavorare al Cipriani Dolci al Grand Central Terminal. Abitava nel Queens ed era un ragazzo dedito al lavoro ed amante della tranquillità. “Mai un eccesso, sempre sorridente e puntuale. Da noi era felice” ripeteva il suo datore di lavoro, riferendo che Andrea per loro era veramente uno di famiglia. Ed era veramente così: prima di diventare capo chef negli Stati Uniti, Zamperoni aveva lavorato per dieci anni nella catena di locali di Arrigo Cipriani.

Andrea Zamperoni, la ricostruzione del fatto: cosa è accaduto

Dopo due anni di indagini serrate, nelle quali la polizia di New York ha passato al setaccio ogni dettaglio, addirittura monitorando i bancomat di mezza città, finalmente spunta la verità. All’epoca del fatto fu individuata subito la potenziale omicida ovvero la prostituta di origini canadesi Angelina Barini. Fu con lei che le telecamere di sorveglianza dell’albergo nei pressi del quale fu rinvenuto il cadavere, Andrea entrò per poi non uscirne più. Non nuova a questo tipo di reati, la quarantunenne era già stata più volte indicata come la responsabile di omicidi a scopo di rapina. In collaborazione con il suo ‘protettore’ Leslie Lescano, avrebbe infatti ucciso anche due turisti ed un pensionato. La tecnica era sempre la stessa: la donna attirava i malcapitati promettendo prestazioni sessuali, dopo le quali offriva un cocktail di droghe per concludere l’incontro. Una volta storditi, derubava le vittime inermi di tutti gli averi.

Quello somministrato al giovane chef è stato letale, portandolo alla morte: un potente mix a base di fentanyl, un analgesico oppioide sintetico, responsabile in Usa di una vera e propria strage. Accortasi del decesso la Barini si vede, sempre dai video acquisiti, uscire il giorno seguente dall’albergo per prelevare un bidone dell’immondizia. Ed è proprio all’interno di quest’ultimo che fu ritrovato il cadavere di Zamperoni in avanzato stato di decomposizione, avvolto in lenzuolo ben quattro giorni dopo. Dopo due anni di silenzio, finalmente è giunta la verità.

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Pur se gli indizi lasciavano ben poco spazio all’immaginazione, la prostituta ha confessato rivelando anche ulteriori ed agghiaccianti retroscena. Nell’appartamento in cui si appartò con lo chef infatti, furono ritrovati diverse bottiglie di candeggina, una sega elettrica ed una valigia. Frutto di una crudele decisione poi non portata a compimento: il cadavere infatti avrebbe dovuto essere fatto a pezzi ed occultato, dopo aver ripulito il luogo del delitto da ogni traccia. La Barini avrebbe già concordato il patteggiamento della pena con ammissione di colpevolezza. Resta da attendere il prossimo settembre, in cui comparirà davanti al giudice anche Lescano, accusato dalla Barini di essere stato suo complice e protettore. Una vicenda veramente drammatica, in cui ci sono ancora tante dinamiche da chiarire.

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