Cosa fare se si entra in contatto con un positivo? Tutte le regole da seguire riguardo l’incubazione, quando fare il tampone ed il protocollo per i vaccinati e non vaccinati con la nuova variante Omicron.

Cosa fare se si entra in contatto con un positivo incubazione e tampone omicron ricettasprint
Cosa fare se si entra in contatto con un positivo incubazione e tampone omicron ricettasprint

A seguito delle festività natalizie, come in realtà un po’ ci si aspettava, c’è stato un pericoloso rialzo dei contagi nel nostro paese che ha comportato un innalzamento del livello di allerta. Anche la concomitanza dell’arrivo in Italia della variante Omicron, secondo i primi dati emersi meno letale, ma molto più contagiosa ha contribuito a rendere tutti più suscettibili al contagio. Tantissimi infatti riferiscono di aver saputo soltanto a seguito di pranzi e cene natalizie della positività di un parente o un amico con cui si è stati inevitabilmente a contatto.

Di conseguenza appare naturale la corsa ai tamponi che sta caratterizzando gli ultimi giorni e che giornali e programmi televisivi ci mostrano. Molti infatti sbagliano grossolanamente i tempi in cui procedere al prelievo per la variante antigenica, avendo come risultato un ‘falso negativo’. Ci sono infatti dei protocolli da rispettare per essere certi di non aver contratto il virus e stare tranquilli, soprattutto quando sono coinvolti i bambini tanti dei quali non sono vaccinati.

Sono un contatto a rischio o no?

In primo luogo è opportuno chiarire che non tutti i contatti meritano di essere segnalati e dunque sono soggetti all’iscrizione sulla piattaforma dell’azienda sanitaria locale di riferimento. Come precisa il Ministero della Salute si reputa contatto di un caso COVID-19 qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato COVID-19 da quarantotto ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a quattordici giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso. Se il caso è asintomatico invece il lasso di tempo si considera dalle quarantotto ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a quattordici giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso.

LEGGI ANCHE -> Addio a gonfiore e pesantezza in tre giorni | Menù completo
LEGGI ANCHE -> Antonella Clerici | Avete visto la sua casa a Natale | E’ veramente un incanto!

Ci sono ovviamente dei casi di esposizione ad alto rischio di contagio ovvero i così detti ‘contatti stretti’ della persona risultata positiva.

Essi comprendono i soggetti che vivono nella stessa casa con la persona contagiata, coloro che hanno avuto un contatto diretto con quest’ultima che sia la stretta di mano, un abbraccio e simili. A questi vanno parificati quelli che sono stati a contatto con le secrezioni della persona positiva, ovvero starnuti, tosse, fazzoletti sporchi. Ancora rientrano in questa categoria i soggetti che hanno avuto un contatto faccia a faccia con un positivo ad una distanza inferiore ai due metri e di almeno un quarto d’ora sia in luogo aperto che chiuso ed in mancanza di dispositivi di protezione individuale.

Tutti coloro che forniscono assistenza diretta ad un caso di Covid 19 ed il personale dei laboratori di diagnostica in assenza di dispositivi di protezione individuale. Infine fanno parte di questo gruppo anche i soggetti che hanno viaggiato seduti in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Ciò entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso positivo. Sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

Altro caso riguarda invece i contatti a basso rischio, nei quali rientrano coloro che hanno avuto contatti diretti. Questo ad una distanza inferiore ai due metri e per meno di un quarto d’ora.
Oppure si sono trovati in un ambiente chiuso o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di un quarto d’ora. Tutti coloro che forniscono assistenza diretta ad un caso di Covid 19 ed il personale dei laboratori di diagnostica muniti di dispositivi di protezione individuale idonei. Tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso COVID-19. Ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso.

Cosa fare se si entra in contatto con un positivo | Incubazione e tampone

Se si rientra tra i contatti stretti, è obbligatoria la quarantena di sette giorni nel caso in cui si sia completato il ciclo vaccinale e di dieci giorni in caso di non vaccinati. Essa va fatta anche in presenza di un tampone negativo: questo non esula infatti il contatto stretto dall’osservanza del protocollo. Bisogna infatti allertare immediatamente il proprio medico il quale provvederà a segnalare la circostanza sulla piattaforma dedicata per certificare il periodo di quarantena e sorveglianza. E’ possibile rientrare in comunità solo dopo un periodo di quarantena della durata prima specificata dall’ultima esposizione al caso. Al termine del quale risulti eseguito un test antigenico o molecolare con risultato negativo.

E se risulti positivo?

Le persone asintomatiche risultate positive possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno dieci giorni. A partire dalla data di prelievo del tampone risultato positivo. Al termine del quale deve essere eseguito un test molecolare o antigenico con esito negativo. Le persone sintomatiche risultate positive invece possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno dieci giorni dalla comparsa dei sintomi. Ovviamente a seguito di un test molecolare o antigenico con riscontro negativo eseguito dopo almeno tre giorni senza sintomi. In caso di riscontro di ulteriore positività al test diagnostico è consigliabile ripetere il test dopo una settimana ovvero al compimento del diciassettesimo giorno.

Il periodo infettivo può iniziare uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi. E’ probabile che le persone siano più contagiose durante il periodo sintomatico. Anche se i sintomi sono lievi e molto aspecifici o in assenza di sintomi. Il periodo di incubazione per COVID-19 ovvero il tempo che intercorre tra l’esposizione al virus e l’insorgenza dei sintomi è attualmente stimato tra uno e quattordici giorni.

Quando fare il tampone?

In presenza di sintomi, è opportuno procedere immediatamente per attuare tempestivamente le cure. Diversamente è possibile procedere al tampone a partire dal quinto fino al decimo giorno successivo all’esposizione al caso. E’ sempre consigliabile procedere al tampone molecolare piuttosto che a quello antigenico, per il già accennato motivo di un eventuale ‘falso negativo’.

Per restare sempre aggiornato su news, ricette e tanto altro continua a seguirci sui nostri profili Facebook e Instagram. Se invece vuoi dare un’occhiata a tutte le nostre VIDEO RICETTE puoi visitare il nostro canale Youtube.