Si stanno diffondendo in tutto il mondo dei locali molto particolari che hanno già fatto parlare di sé in tutto il mondo: si chiamano crying café e nascono per accogliere persone sole, stressate o semplicemente tristi.

Non si tratta dei soliti bar dove prendere un caffè al volo, ma di veri e propri rifugi emotivi, spazi pensati per concedersi una pausa e, se necessario, lasciarsi andare alle lacrime senza sentirsi giudicati.

Crying bar dove si trovano - RicettaSprint
Crying bar dove si trovano – RicettaSprint

Un’idea che può sembrare insolita, ma che racconta bene la società perché in grado di esaudire i bisogni di chi ha necessità di dar sfogo al proprio dolore, soprattutto nelle grandi città dove la solitudine e il ritmo frenetico della vita rischiano di soffocare le emozioni. Che sia in arrivo anche in Italia?

Entri al bar solo per piangere, ecco i nuovi crying bar cafè

Entrare in un crying café significa trovare un ambiente intimo e accogliente: luci soffuse, tisane calde, musica delicata e tutto l’occorrente per sfogarsi in tranquillità, dai fazzoletti a piccoli spazi riservati. Qui le persone possono piangere in silenzio, oppure condividere le proprie emozioni con altri clienti che stanno vivendo lo stesso momento di forte fragilità.

In alcuni casi vengono proposti anche film, libri o canzoni pensati proprio per aiutare a “tirare fuori” le lacrime, come se il pianto diventasse parte integrante dell’esperienza. È un concetto che ribalta l’idea tradizionale del bar come luogo di socialità rumorosa, trasformandolo invece in un posto sicuro dove prendersi cura di sé.

La domanda sa porsi adesso, però, è la seguente: perché un crying café sta riscuotendo tanto interesse? La risposta è semplice: piangere fa bene, ancor meglio se in compagnia e davanti una buona bevanda calda. Il pianto, spesso vissuto come un segno di debolezza, è in realtà un meccanismo naturale che aiuta a liberare tensione, a scaricare lo stress e a produrre endorfine e ossitocina, gli ormoni del benessere.

Questo nuovo business che prende piede in Giappone, dove la cultura tende a scoraggiare l’espressione aperta delle emozioni, la possibilità di avere un luogo dedicato a questo gesto assume un valore ancora più profondo. È una sorta di terapia collettiva, accessibile a tutti, che dimostra come anche la vulnerabilità possa diventare un momento di forza e condivisione.

Un vero fenomeno crying: in arrivo anche in Italia?

Il fenomeno dei crying café potrebbe sembrare curioso, ma riflette un’esigenza universale: avere spazi dove poter essere se stessi senza maschere. Forse per questo, l’idea sta incuriosendo anche in Europa e negli Stati Uniti, dove sempre più persone parlano di salute mentale e di benessere emotivo.

In un mondo che ci spinge a sorridere sempre e a mostrare solo la parte migliore di noi, questi locali ci ricordano che concedersi una lacrima, davanti a una tazza di tè, può essere un gesto rivoluzionario. Ben presto, anche se attualmente non si hanno notizie in merito, il primo Crying bar potrebbe essere aperto anche in Italia e magari a Roma o Milano, considerate le grandi metropoli della nazione.