Il livello di pericolosità del ghiaccio nelle bevande è assolutamente da non sottovalutare. I dati svelati da un apposito studio fanno tremare, e non certo per il freddo.
Ghiaccio nelle bevande, se in estate è un must perché la consa ovviamente rinfresca, va detto che pure in inverno non sono pochi quelli che si concedono una bibita ghiacciata proprio perché riesce a dare comunque piacere. Non esiste poi bevanda commerciale che non venga consigliata con il ghiaccio, dalle birre ai succhi di frutta. Eppure ci sono delle controindicazioni anche pesanti.
Difatti l’impiego del ghiaccio nelle bevande potrebbe nascondere delle insidie capaci di apportare anche conseguenza importanti per la salute. Il discorso verte tutto su delle possibili ripercussioni in ambito igienico, e la cosa è confermata da più studi. Entrare a contatto con il ghiaccio nelle bevande può facilitare l’avere a che fare con microrganismi dannosi come gli enterococchi, l’Escherichia coli e non solo.
A parlare della possibile pericolosità del ghiaccio nelle bevande è la rivista Journal of Food Protection, la quale snocciola dei dati a dir poco preoccupanti su quelli che sono i risultati di alcune analisi. Dopo avere passato al microscopio in laboratorio dei campioni di ghiaccio appositamente conservati e raccolti in diversi locali pubblici della Gran Bretagna, è emerso come il 21% del totale di questo ghiaccio presentava batteri nocivi per la salute di vario tipo.
Tutta colpa di quelle che sono le condizioni igieniche nelle cucine di bar, ristoranti e simili. Sotto accusa ci sono soprattutto i secchielli con acqua di fusione e quelli manipolati con utensili non adeguatamente puliti. In generale influisce molto la scarsa pulizia degli ambienti di lavoro e delle macchine del ghiaccio. La cui manutenzione è anche inadeguata. Questo problema però è comune nel Regno Unito così come in tutta Europa e nel resto del mondo, con batteri come Salmonella, Norovirus e Legionella a farla da padroni.
E poi il ghiaccio è ulteriormente pericoloso quando si scioglie. A -8° fino a scendere a temperature sotto lo zero anche più basse, i microrganismi dannosi finiscono in uno stato dormiente. Ma quando il ghiaccio si scioglie, tornano ad essere attivi e nocivi. Ed in Italia è bene citare quanto avvenuto a giugno 2025, quando venticinque persone di giovane età sono rimaste colpite da una intossicazione da ghiaccio contaminato. È successo in una località dell’Emilia-Romagna.
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Non è necessario avere paura di usare il ghiaccio, ma è fondamentale adottare alcune precauzioni, soprattutto durante i periodi caldi e nei viaggi in paesi con standard igienici diversi. Ci sono alcune raccomandazioni pratiche:
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Con cautela e con giudizio, potrai evitare con relativa facilità ogni possibile complicazione tale da interessare la salute.
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