Il vero ripieno della pastiera è solo uno, non lo puoi personalizzare altrimenti chiamala crostata, che anche è buona, ma non è pastiera.
La pastiera napoletana è la pastiera napoletana. Possiamo pensare a mille e più rivisitazioni, ma se vuoi preparare la classica pastiera napoletana, il procedimento da seguire è uno solo e soprattutto il ripieno è unico.
Aggiungi e togli, si va anche bene, ma se vuoi mantenere alta la bandiera della tradizione, non ti ci puoi allontanare. Seguendo passo per passo e soprattutto tutti gli ingredienti che ti segno, non puoi sbagliare. Farcisci la pastiera quest’anno come si deve.
I dolci tipici campani hanno molti aspetti che ci possono far pensare a qualche variante, ma attenzione, il sapore inevitabilmente cambia e non non possiamo più chiamarli “originali”. Per il ripieno della pastiera, la ricotta è base: deve essere di pecora.
Inizia la sera prima la preparazione e scola bene la ricotta in un colino a maglia strette tenendola in frigorifero per eliminare l’umidità in eccesso. Il giorno successivo, setaccia con cura e uniscila allo zucchero in una ciotola capiente, mescolando fino ad avere una crema liscia. LAscia riposare il composto anche un’ora, così lo zucchero si fonde ,meglio con la ricotta.
Nel frattempo versa il grano in u n pentolino con il latte, il burro e le scorze grattugiate di limone e arancia. Cuoci a fuoco dolce per 10 minuti e mescola spesso, finché diventa una crema densa e profumata. Fai raffreddare completamente prima di unirlo al resto, perché non deve cuocere le uova.
A parte sbatti leggermente le uova intere e i tuorli e poi aggiungili alla crema di ricotta e zucchero. Incorpora il grano cotto raffreddato, i canditi tagliati a cubetti piccoli, la cannella, la vaniglia e l’acqua fiori d’arancio. Mescola tutto con delicatezza e fino ad ottenere un composto omogeneo.
Lascia riposare il ripieno per un’ora a temperatura ambiente o in frigo prima di versarlo nel guscio di pasta frolla. La tradizione vuole che la pastiera venga cotta il giovedì’ o venerdì santo, per essere gustata a Pasqua, dopo 2 giorni di riposo. E’ proprio in questo lasso di tempi che i sapori si armonizzano e raggiungono la loro intensità perfetta.
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