Il prezzo delle ciliegie è aumentato a dismisura, e come si suol dire, ora questo frutto costa un occhio della testa. Quali sono i motivi di questo simile, sfavorevole scenario?
Le ciliegie sono amatissime da tanti per il loro essere dolci e facili da mangiare. Non c’è tempo da perdere nel doverle sbucciare, cominci con una e finisci dopo un bel po’. Con gusto poi fai tuoi i tanti nutrienti che questo frutto tipicamente primaverile, ma che in diversi casi riesce ad essere disponibile fino a luglio, contiene al suo interno. Ma purtroppo ogni cosa ha il suo prezzo, e nonostante le ciliegie siano dolci, il loro prezzo è salatissimo.

Le ultime rilevazioni ufficiali riferiscono che un chilo di ciliegie può arrivare a costare tra i 12 ed i 15 euro al chilo. E non si era mai vista una situazione del genere in passato. Addirittura possono spingersi fino ai 18 euro al chilo se biologiche. Questo nei negozi preposti, come ortofrutta, supermercati e simili. Si può risparmiare di circa la metà invece nei mercati rionali, ma 8 euro al chilo di ciliegie in media lì sono comunque una spesa alta.
Come mai le ciliegie costano tanto?
E comunque non mancano persino prezzi più alti, in grado di andare molto vicino ai 25 euro al chilo. Come abbiamo fatto ad arrivare a questa situazione estremamente critica? A parlarne è l’ISMEA, ovvero l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.
Il quale dice che in origine il prezzo medio per un chilo di ciliegie è di 4 euro, poi però ci sono dei passaggi che portano lo stesso a triplicare o quadruplicare prima della esposizione in negozio.

Ad incidere sul prezzo finale delle ciliegie sono la varietà, la regione dalla quale i frutti provengono e la tipologia. Come detto, le ciliegie bio costano di più. E poi anche l’andamento dei raccolti gioca un ruolo fondamentale.
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Cosa ha causato una simile impennata di prezzi
La produzione italiana standard annua è sulle centomila tonnellate più altre dodicimila tonnellate di ciliegie importate. Principalmente da Grecia, Turchia e Spagna.
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La cerasicoltura è più diffusa in Puglia e Campania, che insieme costituiscono il 58% delle coltivazioni nazionali. Si fa notare anche l’Emilia-Romagna, in particolare nella provincia di Modena. Gli effetti nefasti del cambiamento climatico hanno però rovinato una parte ingente dei raccolti, tra grandinate e siccità.

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Addirittura in Puglia si parla di un calo della produzione di ben il 70%. Fattore, questo, che ha contribuito in maniera decisa all’impennata di prezzo delle ciliegie. Con il risultato che purtroppo, se vogliamo godere della dolcezza di questi frutti, dobbiamo letteralmente svenarci.