Arriva il nuovo allarme di Matteo Bassetti, basta bere acqua dalle bottiglie di plastica, potrebbe diventare molto più pericoloso di quanto si immagini… persino peggio del contagio da Covid.
C’è un gesto che compiamo tutti i giorni, spesso senza pensarci: apriamo una bottiglia d’acqua, versiamo e beviamo. Un’abitudine semplice, quasi automatica. Ma se ti dicessero che quel sorso che hai appena preso potrebbe nascondere un piccolo pericolo invisibile, ci crederesti?

È questo il nuovo allarme lanciato dal professor Matteo Bassetti. L’infettivologo è stato molto chiaro nel suo messaggio ai cittadini e rivela: “Bere acqua in bottiglia è come mangiare una carta di credito a settimana”.
“Come mangiare una carta di credito alla settimana”
Matteo Bassetti continua la sua attività divulgativa e scientifica attraverso video che sono diventati punti di riferimento per i cittadini che sempre di più si affidano ai suoi consigli, ascoltando anche gli allarmi lanciati dall’espero.
Questa volta oggetto di interesse del nuovo allarme fornito da Bassetti è rappresentato dalle bottiglie di plastica che troviamo sugli scaffali del supermercato, soprattutto se esposte a fonti di calore o conservate a lungo, possono rilasciare microplastiche e sostanze chimiche nell’acqua che beviamo. Queste microparticelle, talmente piccole da essere invisibili, finiscono nel nostro organismo giorno dopo giorno, accumulandosi nel tempo. Secondo alcuni studi, potrebbero contribuire a disturbi intestinali, infiammazioni croniche e perfino squilibri ormonali. Ed è qui che il paragone con una carta di credito diventa ancora più inquietante: perché è proprio quella la quantità stimata di plastica che ingeriremmo ogni settimana.
Il professor Bassetti ha voluto rendere chiaro il concetto: “Il 64% dell’acqua in bottiglia non è altro che acqua del rubinetto imbottigliata, che resta per anni in contenitori di plastica. Dopo tutto questo tempo, è normale che qualcosa si liberi nel liquido che beviamo”.
Come rispondere all’arme lanciato da Bassetti?
La buona notizia è che esistono alternative semplici e accessibili per tutelare la nostra salute. La prima? Recuperare fiducia nell’acqua del rubinetto. In molte città italiane è controllata e sicura, spesso più di quanto immaginiamo. Se si desidera un’ulteriore garanzia, si può installare un filtro domestico oppure utilizzare caraffe filtranti, ideali per eliminare eventuali residui o odori sgradevoli.
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Un altro trucco smart? Investire in una bottiglia riutilizzabile in vetro o acciaio inox. Eviteremo così il contatto diretto con la plastica e contribuiremo anche a ridurre l’inquinamento ambientale. Chi non può fare a meno dell’acqua imbottigliata, invece, dovrebbe almeno evitare di conservare le bottiglie esposte al sole o in ambienti caldi, condizioni che accelerano il rilascio di sostanze indesiderate. Come ricorda Bassetti, “ci siamo abituati a pensare che la plastica sia comoda, ma non è detto che sia sana”.






