In che modo puoi ridurre al massimo tutti i pericoli che sono collegati alla presenza di mercurio nel pesce che mangi. Così starai al sicuro.
Mercurio nel pesce, la sua presenza è quanto di più controverso ci possa essere. Di questo grosso rischio per la salute parla spesso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha catalogato questo metallo pesante come una delle dieci sostanze più pericolose che ci siano in ambito alimentare. La contaminazione da mercurio nel pesce avviene nel tempo, nel corso del lungo periodo.

Perché questo ed altri metalli pesanti si accumulano nell’organismo e ad un certo punto, se la cosa va avanti in maniera continuata, ha luogo una intossicazione. I danni principali avvengono al sistema nervoso, a quel punto. E per lo sviluppo intrauterino e nella prima infanzia. Per questo le donne incinte sono maggiormente esposte al rischio di subire conseguenze estremamente negative da una contaminazione da mercurio nel pesce.
Quali sono i pesci che contengono mercurio?
Per loro, così come per i bambini, per gli anziani e per le persone immunodepresse, si consiglia di limitare il consumo di pesci quali il tonno, il pesce spada ed il salmone. I quali sono in assoluto tra le specie che più finiscono con l’accumulare mercurio nella loro carne, che poi finisce sulle nostre tavole. E da lì a noi.
Bisognerebbe prediligere altre specie ittiche, come consigliano molti esperti di alimentazione. Tra questi soprattutto sgombri, aringhe, sardine e acciughe, che presentano un rischio di contaminazione minore e che al tempo stesso si rivelano essere anche ottimamente nutrienti.

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Possiedono infatti un ricco quantitativo di grassi buoni, i cosiddetti omega-3, che fanno bene anche e soprattutto proprio al sistema nervoso. E poi ci sono altri nutrienti come la vitamina D, sali minerali vari e proteine, delle quali il pesce in generale è una fonte eccellente.
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Qual è il pesce più sicuro da mangiare?
Per stare al riparo dal pericolo di possibile contaminazione di mercurio nel pesce, un altro consiglio efficace consiste nel consumare sgombri, acciughe, tonno, pesce spada (che fanno parte della categoria di pesci azzurri) per due o tre volte alla settimana, con anche il pesce bianco come il merluzzo che non deve mancare.

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Diversificare le specie consumate fa abbassare i rischi. E questo è anche un modo per fornire un apporto nutrizionale più completo e maggiormente capace di farci bene.