Ovetto Kinder nella bufera
Ovetto Kinder nella bufera

L’ovetto Kinder è senza dubbio uno dei “premi” più diffusi riservati ai bambini, i quali traggono soddisfazione dal sapiente mix di golosità e gioco. Esportato in tutto il mondo con diverse nomenclature dalla italianissima Ferrero, il dolcetto al doppio cioccolato che racchiude sempre una sorpresa per i piccoli avventori è finito ultimamente al centro di polemiche.

Già in passato l’azienda dolciaria ha ritirato i prodotti dal mercato negli Stati Uniti, in seguito ad accuse discriminatorie. Il rientro dell’ovetto nel commercio a stelle e strisce è stato consentito, dopo anni di messa al bando, soltanto senza la sorpresa all’interno. Di fatto il problema ha una matrice statunitense, ma non nasce lì: le denunce sono partite dall’altra parte del mondo, in Russia ed Australia, paesi in cui l’oggetto della colpa è stato rinvenuto.

Ovetto Kinder nella bufera, esce la sorpresa razzista

In occasione dei cinquant’anni dei prodotti Kinder infatti, la Ferrero ha elaborato una serie di articoli in edizione limitata per celebrare lo speciale anniversario. Nessuno avrebbe mai immaginato ciò che sarebbe accaduto. Sul web sono iniziate infatti a comparire una serie di immagini che ritraevano una sorpresa in particolare. Si tratta della personificazione dell’ovetto stesso, con in mano tre palloncini azzurri che riportano tre “K” bianche.

La sorpresa incriminata

Ciò che ha richiamato alla mente quella sigla sono le iniziali del Ku Klux Klan, nota organizzazione segreta con con finalità politiche e terroristiche a contenuti razzisti, che propugna la superiorità della razza bianca. In più, dettaglio non passato inosservato, il personaggio riporta una folta ed inconsueta capigliatura platinata, che richiama in modo incredibile il ciuffo biondo dell’attuale Presidente americano Donald Trump.

La risposta della Ferrero: “Ci scusiamo”

Nella versione pubblicitaria dell’ovetto, almeno in Italia, siamo abituati a vederlo con un cappellino. D’altra parte è oltremodo difficile immaginare un uovo con i capelli, anche se destinato ad una platea di bambini. Fatto sta che questa combinazione di elementi ha fatto scaturire polemiche e denunce da parte dei consumatori di tutto il mondo, tanto da costringere l’azienda ad un mea culpa pubblico ed al ritiro immediato del prodotto.

“Nel disegno iniziale, il giochino aveva un solo palloncino con la lettera K. Gli altri due servono a rendere la struttura complessiva più robusta e stabile, dal momento che la sicurezza e la qualità dei nostri prodotti sono molto importanti. Non volevamo assolutamente fare alcun riferimento al Ku Klux Klan e ci scusiamo davvero con chi si è sentito offeso. Il pupazzetto in questione era in edizione limitata in quanto prodotto in occasione del cinquantesimo anniversario di Kinder, abbiamo già interrotto la produzione e tramite il servizio clienti è possibile cambiare quelli già trovati negli ovetti con altri giochini a scelta”.

Questa la spiegazione fornita dall’azienda dolciaria, che dovrà arginare in qualche modo la perdita economica subita in virtù delle accuse mosse dai consumatori. Qualcuno ha addirittura parlato di messaggi subliminali a favore della Casa Bianca e di istigazione al razzismo.