Che cos’è il white striping, cosa c’entra Coop e perché sta avvenendo uno scontro tra parti opposte. E cosa c’entrano la salute dei consumatori e degli animali.

Coop si ritrova coinvolta nella polemica che riguarda polli confezionati venduti all’interno dei suoi punti ufficiali e contrassegnati dal fenomeno del white striping. Ovvero dalla presenza di strisce bianche sulla carne, che secondo diverse associazioni animaliste, rappresentano una prova di maltrattamenti ai danni degli animali negli allevamenti di riferimento. La catena commerciale ha risposto alle accuse mosse proprio da una associazione animalista, “Essere Animali”, in merito a questa problematica.

Pollo con white striping
Pollo con white striping, Coop svela la verità dell’inchiesta sui sui prodotti – ricettasprint.it

Il white striping è una alterazione della carne di pollo che si manifesta con strisce bianche sulla superficie del petto. Si tratta di una conseguenza connessa ad un eccesso di crescita muscolare negli allevamenti intensivi. Quel che accade è la sostituzione di fibre muscolari da tessuto grasso e connettivo. Non si tratta di qualcosa di pericoloso per la salute, ma il white striping può peggiorare qualità, consistenza e valore nutrizionale della carne. La quale tende ad essere più grassa e meno tenera.

Che cosa causa il white striping? È pericoloso per la salute?

Le associazioni animaliste contestano tutta la sequela di consuetudini che portano alla formazioni di white striping. Lo fanno perché ritengono, cosa effettivamente vera, che le dinamiche di allevamento intensivo che ne sono una causa diretta espongono i polli ad affaticamento e stress metabolico, con ritmi di crescita troppo rapidi. Il white striping denunciato da Essere Animali riguarda i petti di pollo a marchio Coop, e si parla in questo caso di un sonante 90% di presenza del problema.

Petto di pollo in vaschetta sigillata
Che cosa causa il white striping? È pericoloso per la salute? – ricettasprint.it

I numeri dichiarati da Coop sono però molto diversi. L’azienda emiliana ribadisce a gran voce che la percentuale rilevata all’interno della propria filiera è ampiamente più bassa rispetto a quanto affermato. Nello specifico, il volume di controlli interni ha evidenziato una presenza inferiore al 5% delle confezioni analizzate che mostrerebbe segni riconducibili a questo difetto

Nel corso della nota aziendale viene richiamata la metodologia di analisi adottata. Nell’ultimo ciclo di verifica, più di 1.500 confezioni sono state esaminate mediante l’apertura dei pack per visionare direttamente tutti i tagli contenuti, garantendo così maggiore accuratezza rispetto a ispezioni visive esterne. Tale approccio, secondo l’azienda, assicura una valutazione fondata della reale entità del fenomeno white striping nella propria produzione destinata al consumatore.

L’importanza di garantire il benessere agli animali da allevamento

Al centro della comunicazione c’è anche un richiamo all’impegno sul piano del benessere animale e della qualità della filiera. Nei capitolati di fornitura indirizzati ai produttori del pollo a marchio, vengono stabilite condizioni più stringenti rispetto a quelle obbligatorie per legge E fra queste è ribadita l’importanza del garantire degli spazi più ampi per gli animali. E la presenza di luce naturale, materiali da beccare come paglia o fieno, assenza di antibiotici durante le fasi di allevamento ed una premialità economica per gli operatori che rispettano tali requisiti.

Allevamento di polli all'aperto
L’importanza di garantire il benessere agli animali da allevamento – ricettasprint.it

Tutto ciò è presentato come elemento riduttivo dei rischi legati a problematiche come il white striping, che è considerato dall’azienda come un indicatore legato alla gestione zootecnica e non esclusivamente al prodotto finale in sé. In merito al metodo utilizzato dall’associazione Essere Animali per rilevare la presenza di white striping, Coop solleva dei dubbi. Viene segnalato che in alcune fotografie del dossier pubblicato non era chiaramente identificabile il marchio aziendale e che pertanto non si può garantire che quei campioni siano riconducibili davvero alla filiera della catena in questione.

E viene contestata la correttezza del campionamento, assieme al fatto che le confezioni fossero presentate in imballaggi “traslucidi” o non ottimali per l’ispezione visiva. Fattore che potrebbe influire sulla valutazione visiva delle strisce bianche. Per finire, sul fronte dell’etichettatura la risposta aziendale sottolinea l’impegno alla trasparenza. Le confezioni riportano informazioni chiare e leggibili che consentono al consumatore di effettuare una scelta consapevole. Ed il sistema di confezionamento scelto sfrutta l’atmosfera protettiva (ATP) per garantire maggiore freschezza e sicurezza. E non certo per ostacolare l’osservazione del contenuto.