Gli spaghetti spezzati sono un formato di pasta a sé, ma quando non li hai in casa l’unico rimedio è spezzare quelli lunghi. Hai mai notato questa strana circostanza? Da oggi in poi facci caso, ti spiego il perché.

Spezzare gli spaghetti è un’abitudine ricorrente, in particolare quando non si hanno a disposizione formati piccoli da utilizzare ad esempio con il brodo vegetale o di carne oppure quando non si vuole usare il riso per il minestrone di verdure.

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Non solo, sono perfetti da abbinare ai piselli, ideale anche per i bambini che con la variante lunga potrebbero rischiare più facilmente il soffocamento. C’è un dettaglio a cui molti però non fanno caso nel compiere questo gesto apparentemente semplice.

Quando lo noterai, resterai di stucco: ecco perché succede questo, non puoi immaginare

Se hai mai spezzato gli spaghetti o provato a farlo, certamente avrai incontrato non poche resistenze. Insomma poche volte ti sarà capitato di riuscire ad ottenere dei frammenti tutti uguali, piuttosto questi si rompono in diverse parti fin dal primo tentativo. Ti sfido a fare una cosa: prendi i tuoi spaghetti e prova a spezzarli in due. Ecco che ti starai chiedendo per quale arcano motivo non ci riesci, ma si frantumano tra le mani senza riuscire a raggiungere il tuo obiettivo. C’è un motivo per cui gli spaghetti non si riescono a spezzare in due, ma soltanto in più parti ed è una spiegazione che mai avresti immaginato.

Si dice che la matematica non è un’opinione ed è assolutamente così. C’è infatti una ragione scientifica a questa circostanza che probabilmente non avevi mai notato o semplicemente non destava la tua curiosità. Lo studio, vincitore di un prestigioso premio, spiega così lo strano fenomeno. “Il semplice rilascio dell’asta induce un aumento dello stress meccanico. La rottura multipla delle aste piegate, come accade per gli spaghetti secchi, può essere intesa quindi come una successione a cascata di rilasci” spiegano gli esperti che hanno condotto la ricerca.

Dettagliando: “Ciò vuol dire perdita di coesione dovuta a rotture, seguita da aumenti di stress che portano a nuove crepe”. In poche parole quando con le mani si afferrano le estremità degli spaghetti crudi e si esercita una pressione per spezzarli, accade questo. L’estremità rilasciata dopo la forza applicata si raddrizza e genera delle onde che viaggiano lungo lo spaghetto, arrivando all’altra estremità. Qui si amplificano provocando delle rotture multiple: il gioco è fatto. Ecco come la cucina e la scienza, viaggiano ancora una volta di pari passo, alimentando curiosità veramente incredibili!

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