Le scatolette di tonno vendute nei supermercati sono sotto esame: la scoperta fatta nelle ultime settimane è davvero sconvolgente. All’interno è stata trovata una sostanza pericolosa per l’uomo.
Aprire una dispensa e non trovare le classiche scatolette di tonno sembra ormai un’impresa davvero difficile, motivo per cui dobbiamo considerare questo alimento come basilare nell’alimentazione di molte persone.
Il tutto non finisce qui, poiché persino i nutrizionisti hanno cambiato il loro punto di vista su questo alimento, consigliandolo anche all’interno di diete finalizzate alla perdita di peso.
Eppure, recentemente, le scatolette di tonno sono state nuovamente sottoposte a esami per via della presenza di alcune sostanze nocive che dovrebbero essere evitate con molta attenzione.
Come spiegato in precedenza, nel corso degli anni sono stati effettuati diversi studi scientifici sul tonno in scatola e sul suo valore nutrizionale favorevole alla nostra dieta, con risultati generalmente positivi. Tuttavia, si è anche messo in allerta il pubblico riguardo a questo alimento, invitando i consumatori a prestare attenzione alla quantità di tonno consumata ogni settimana.
Secondo quanto reso noto, infatti, questo pesce può contenere sostanze pericolose per l’uomo, motivo per cui negli anni si è raccomandato di limitare il consumo settimanale, in particolare a causa della presenza di mercurio.
Da questo punto di vista, ha suscitato dibattito una recente inchiesta condotta dall’ONG Bloom, come riportato dal portale latuadietapersonalizzata.it, che ha messo in evidenza una grave minaccia per la salute umana.
Secondo quanto riportato dal portale sopra citato, negli ultimi 18 mesi sono state analizzate circa 148 marche di scatolette di tonno. I risultati emersi sono davvero spaventosi, poiché evidenziano un serio allarme per la salute del consumatore. Inoltre, l’inchiesta non è stata condotta solo in Italia, ma anche in Germania, Regno Unito e Spagna, rivelando che la presenza di mercurio nel tonno è del 100%, con livelli che superano il limite stabilito, raggiungendo il 57% in più rispetto al limite massimo.
Nel rapporto dell’inchiesta, è possibile leggere quanto segue: “Le pressioni politiche hanno portato alla fissazione di una soglia accettabile di mercurio nel tonno, che è tre volte più alta rispetto ad altre specie ittiche, come il merluzzo, senza che vi fosse alcuna giustificazione sanitaria per una soglia differenziata”.
Inoltre, il rapporto si conclude con una rivelazione preoccupante: “La contaminazione autorizzata di mercurio nel tonno non è stata fissata arbitrariamente; corrisponde ai livelli più alti di contaminazione riscontrati nel tonno. Le soglie fissate dalle autorità pubbliche, in complicità con la lobby del tonno, hanno generato una contaminazione diffusa, con potenziali gravi conseguenze per la salute”.
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