C’è una importante situazione di sequestro di pesce operato dalle forze dell’ordine per delle irregolarità enormi. I dettagli.

Sequestro di pesce, la guardia Costiera in Sicilia ha portato a termine una importante operazione volta a controllare il rispetto delle norme vigenti in materia di sicurezza alimentare. E purtroppo sono emersi numerosi illeciti.

Del tonno rosso affettato
Del tonno rosso affettato (Pixabay)

Difatti i militari hanno effettuato un ingente sequestro di pesce in quattro province dell’Isola. L’operazione denominata BFT Connect si è verificata nei territori di Catania, Messina, Ragusa e Siracusa.

Nel mirino delle forze dell’ordine c’erano situazioni inerenti la raccolta, la conservazione e la messa in vendita di due specie marine in particolare, ovvero il riccio di mare ed il tonno rosso. Ma qui hanno avuto adito situazioni di sequestro di pesce.

Si tratta di due specie ittiche sottoposte a tutela speciale, in quanto minacciate dalle attuali situazioni ambientali che vigono nel Mar Mediterraneo e che sono legate a pesca intensiva e/o illegale, inquinamento ed altri fattori negativi.

Sequestro di pesce, multe per 36mila euro

I controlli da parte della Guardia Costiera e del Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima della Sicilia orientale hanno portato allo svolgimento di più di 130 ispezioni compiute sia a bordo di pescherecci che di porti, aree di stoccaggio e logistiche.

Dei ricci di mare a tavola
Dei ricci di mare a tavola (Pixabay)

Il pescato sottoposto a sequestro ammonta ad una tonnellata e mezza. Era destinato in particolar modo alla filiera dei mercati rionali ma è risultato essere non regolamentare per via della assenza di documentazione sulla tracciabilità.

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C’è anche una buona notizia in tutto ciò: e cioè che buona parte della merce ittica sequestrata è stata sottoposta a dei controlli da parte delle ASP che ne hanno attestato comunque la bontà. Per cui 1200 chili sono stati donati al Banco Alimentare di Catania. Gli altri 300 chili sono stati invece distrutti.

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E le autorità hanno spiccato multe complessive per 36mila euro con 16 sanzioni amministrative a causa di varie violazioni delle regole in fatto di sicurezza alimentare.

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