Le conseguenze economiche dell’emergenza Coronavirus sono fortissime in tutti i settori, anche nella ristorazione. Parla in proposito chef Carlo Cracco.

Carlo Cracco
Parla Carlo Cracco sulle difficoltà figlie della emergenza pandemia Foto dal web

Anche Carlo Cracco ha accusato il duro colpo derivante dalla emergenza Coronavirus. Lo chef stellato ha dovuto tenere chiusi i suoi rinomati ristoranti, una sorte capitata a tanti altri operatori del settore. Dalle prossime settimane però, con la Fase 2, si riaprirà, seppur non ancora a pieno regime.

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Lui a ‘La Repubblica’ spiega quasi sono i danni giunti come conseguenza di tutto quanto avvenuto da febbraio in poi. “Economicamente è una mazzata fortissima, ci vorranno almeno due anni prima di ritornare alla normalità. Ed anche se ripartiremo, lo faremo fra tante difficoltà. Purtroppo sono sicuro che in molti dovranno chiudere, il lavoro rimarrà poco nei prossimi mesi. Chi è nei piccolo borghi si salverà, così come chi ha dovuto fare fronte a minori problemi sanitari e detiene dei costi di gestione contenuti. Ma per tutti gli altri sarà molto più complicato”, afferma Carlo Cracco.

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Carlo Cracco: “Ci vorrà tempo per uscirne ma non dobbiamo fermarci”

Lo chef pone in primo piano il problema sicurezza. “Occorre garantirla sia a noi che lavoriamo in un ristorante che ai nostri clienti. Servirà fare i tamponi a tutti i dipendenti, per garantire a chi viene da me che non ci sarà il benché minimo rischio. Una cosa che faccio da sempre con il cibo: come ci sono zero rischi lì, non deve esserci nessuna spiacevole conseguenza ora anche in ambito sanitario”. Purtroppo sarà necessario diverso tempo per Cracco. “Ma questo non deve scoraggiarci, non possiamo e non dobbiamo fermarci. Questo momento deve fare da solida base per trovare più forza, per pensare meglio ed inventare nuovi modi di ripartire.

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“Se il cliente non può venire da noi andremo noi da lui”

In questo senso io ed i miei ragazzi abbiamo inventato il Pan Mugnaga, un pane dolce all’albicocca rivisitato. Che vuole essere un incoraggiamento alla Lombardia, la terra più colpita dall’epidemia. Subito ci sono arrivate molte richieste e ho scoperto quanto i mezzi digitali possano fare conoscere il nostro cibo ovunque. Il negozio online è il futuro, specialmente ora che il turismo sarà assente per parecchio tempo. Se una persona non può venire da noi, saremo noi ad andare da lei, con una consegna anche in ambito internazionale”.

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