Come stanno le cose in fatto di sicurezza alimentare per quanto riguarda i famosissimi cereali Kellogg’s. I risultati da un test condotto in laboratorio.

Cereali Kellogg’s, quanto sono buoni per quanto riguarda la sicurezza? Sono stati diffusi infatti i risultati di uno studio condotto su diverse marche di cornflakes allo scopo di esaminarne il livello di salubrità.

Una confezione di Kellogg's con del caffè
Una confezione di Kellogg’s con del caffè (Foto Instagram)

Ed è emerso che i noti prodotti per la colazione, che ogni mattina finiscono sulle tavole di milioni di italiani, risultano presentare tracce di sostanze potenzialmente nocive.

I cereali Kellogg’s hanno mostrato risultati comunque superiori rispetto al grado di insufficienza in ambito di sicurezza alimentare che partiva al di sotto di una precisa soglia di tolleranza.

Assieme ai Crwnfield di Lidl, in base a quanto osservato dagli esperti della rivista svizzera “Gesundheitstipp” e con lo studio citato da Il Salvagente, il giudizio affidato ai cereali Kellogg’s è sufficiente.

E questo per via della presenza di tracce di pesticidi. Ci sono anche ulteriori tracce di acrilammide, che si forma in particolar modo in quegli alimenti che vengono sottoposti ad alte temperature di cottura. Cosa che avviene già a partire dai processi industriali.

Cereali Kellogg’s, i livelli di acrilammide e zuccheri

L’acrilammide è proprio la sostanza che scaturisce, tra l’altro, nel processo che porta al cosiddetto superamento del punto di fumo durante la frittura. Una cosa che avviene con un segnale ben visibile, ovvero il sorgere del fumo dalla padella. E che va sempre evitata.

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Una donna fa colazione coi prodotti Kellogg’s (Foto Instagram)

Tornando allo studio citato, va detto comunque che Kellogg’s è riuscita a migliorare la propria posizione, rispetto a quanto osservato nel corso del 2021. In un precedente test infatti i suoi cereali risultavano avere una quantità di acrilammide superiore a quella riscontrata adesso.

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Va detto che l’acrilammide, pur essendo ritenuta una sostanza potenzialmente cancerogena, inspiegabilmente non è soggetta ad alcuna limitazione per quanto riguarda la sua presenza negli alimenti. Ci sono tutt’al più delle indicazioni che vanno rispettate, ma non c’è un limite ben definito.

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Per cui, in questi casi, non scatta alcun richiamo alimentare ma solo una serie di precauzioni da parte dell’azienda produttrice nel cercare di garantire il più possibile la tutela dei consumatori. Il test svizzero ha infine decretato per i cereali Kellogg’s l’assenza di aflatossine ma una percentuale di zuccheri troppo alta.