Fattori utili da considerare per l’acquisto del tonno in scatola, che cosa andrebbe considerato per comprare un prodotto buono e di qualità? E soprattutto sicuro?
Tonno in scatola, soprattutto in estate il suo consumo aumenta, visto che diventa uno degli ingredienti principali di una buona insalata di riso. Pratico, sempre conveniente economicamente rispetto ad altri alimenti, e saporito, oltre che dall’uso immediato, il tonno in scatola può essere consumato tanto a pranzo quanto a cena. E con una buona mozzarella o dei pomodorini freschi, abbiamo creato un pasto completo.

Qual è però il tonno in scatola più consigliato da acquistare al supermercato? Quali i criteri da seguire invece per potere realizzare il miglior acquisto possibile? La prima cosa da considerare quando si acquista tonno in scatola è la specie. Non tutti i tonni sono uguali; esistono diverse varietà, e dal 2014, la normativa UE richiede che sulla confezione sia specificata la specie con il nome scientifico. Le più comuni sono:
- Katsuwonus pelamis (tonnetto striato)
- Thunnus albacares (tonno pinna gialla)
Quale tonno in scatola è meglio comprare?
Il tonnetto striato è generalmente più economico, con carne più chiara e un sapore meno intenso, mentre il pinna gialla è considerato più pregiato e costoso. Quando si tratta di scegliere tra tonno in vetro o in lattina, la decisione non è così semplice. In genere, il tonno in vetro è associato a filetti integri, più magri e pregiati. Ma il contenuto nutrizionale può variare.
Tonno in vetro e tonno in scatola possono anche avere le stesse proprietà nutrizionali. Meglio comunque sempre leggere quello che è il contenuto riportato sull’etichetta. Ed un problema comune è la mancanza di trasparenza nelle etichette.

Alcuni produttori usano frasi come “Scopri la specie sulla lattina”, lasciando i consumatori nell’incertezza. Questo è particolarmente problematico nei multipack, dove è necessario acquistare il prodotto per scoprire esattamente di quale specie si tratta.
Zona di Pesca FAO: cosa significa?
Oltre alla specie, è fondamentale sapere dove è stato pescato il tonno. La zona di pesca deve essere indicata sulla confezione. Ad esempio, un codice come “IT7CE” indica che il tonno è stato confezionato in Italia, ma non specifica la zona di pesca.
Cerca un numero che indichi la zona FAO; ad esempio, la zona “51” si riferisce all’Oceano Indiano Occidentale. Alcuni numeri, come 27, 71, 77 e 81, sono considerati relativamente sicuri, mentre altre zone, come 51 e 57, sono sovrasfruttate e inquinate. Per garantire un prodotto di qualità, la regola generale è semplice: meno ingredienti, meglio è.

Una buona conserva di tonno dovrebbe contenere solo tonno, olio (o acqua) e sale. Fai attenzione all’etichetta riguardo alla qualità dell’olio; opta per “olio extravergine d’oliva” quando possibile. Evita i tonni in olio vegetale, poiché questi possono mascherare il gusto autentico del pesce.
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Valori nutrizionali: cosa controllare
Un buon tonno dovrebbe contenere almeno 20 grammi di proteine per 100 grammi e pochi grassi saturi, specialmente se è al naturale. I filetti in vetro tendono a essere più magri e proteici, quindi potrebbero rappresentare una scelta migliore.
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Le etichette possono includere anche certificazioni che attestano la sostenibilità del prodotto. Icone come il “Dolphin Safe” garantiscono che il tonno sia stato pescato con metodi che riducono la cattura accidentale di delfini. Altre certificazioni affidabili includono “Friend of the Sea” e “MSC”, che assicurano pratiche di pesca sostenibile.
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Ed il metodo di pesca è un altro fattore importante. È consigliabile optare per tonno pescato a canna, che è più sostenibile rispetto ad altre tecniche come le reti a circuizione. Cerca descrizioni come “pescato con metodo selettivo” o “FAD free”, che indicano pratiche di pesca più responsabili.