Torna a far discutere il terribile decesso del figlio dello chef Minguzzo, ucciso brutalmente all’età di soli 14 anni. È arrivata la condanna definitiva per i suoi aggressori

Ci sono storie che ti stringono lo stomaco anche solo a leggerle, storie che ti restano addosso, perché non è possibile spiegarle con la logica. È proprio quello che accade quando si parla di Mattia Ahmet Minguzzi, il ragazzo italo‑turco di soli 14 anni, accoltellato in pieno giorno in un mercato di Istanbul.

Chef Minguzzi la condanna per la morte del figlio Mattia - RicettaSprint
Chef Minguzzi la condanna per la morte del figlio Mattia – RicettaSprint

Una tragedia inspiegabile, un’aggressione improvvisa da parte di coetanei, che lo ha lasciato in coma per oltre due settimane, fino al tragico epilogo. Ma ora, dopo mesi di dolore e battaglie legali, è arrivata una sentenza: i due responsabili dell’omicidio sono stati condannati a 24 anni di carcere, il massimo previsto dalla legge turca per minorenni.

Una decisione che porta con sé un senso di giustizia, ma anche un’amarezza difficile da spiegare. Perché, come ha detto il padre Andrea Minguzzi, “nulla ci restituirà nostro figlio”.

Omicidio Mattia Minguzzi: giustizia sì, ma non per tutti

Se da una parte la famiglia può finalmente leggere una condanna su un foglio firmato da un giudice, dall’altra resta il vuoto. Quello che non si colma, nemmeno con 24 anni di carcere. E non solo perché Mattia non tornerà più, ma anche perché altri due imputati sono stati assolti. Secondo la famiglia, facevano parte del gruppo che ha preso parte all’aggressione. È questa l’altra ferita che brucia.

Andrea Minguzzi, ex campione olimpico e padre di Mattia, non ci sta e non si limita ad accettare la sentenza: rilancia. Lancia un appello per una nuova legge, proprio in nome di suo figlio. Una legge che possa prevenire, proteggere, educare. Perché quanto accaduto a Mattia non accada mai più. E perché il suo nome possa diventare un simbolo di giustizia e consapevolezza.

Chef Minguzzi, le prime parole sulla condanna: “In nome di Mattia”

La battaglia del padre di Mattia non è fatta solo di dolore, ma anche di forza. Una forza che nasce dal desiderio di trasformare una tragedia personale in qualcosa di utile per tutti: “Voglio che ci sia una legge che porti il suo nome – ha dichiarato Andrea Minguzzicosì che la sua memoria non venga mai dimenticata”.

 

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Mattia era un ragazzo solare, appassionato di skateboard, con una famiglia unita che viveva tra l’Italia e la Turchia. Suo padre è italiano, sua madre turca, e la loro famiglia rappresentava un ponte tra culture. Un ponte spezzato troppo presto, ma che ora vuole diventare un simbolo. Un messaggio da lasciare a chi governa, a chi può davvero fare qualcosa per i ragazzi, per il loro futuro. Perché non ci sia più un altro Mattia, e perché nessun genitore debba passare attraverso un dolore così profondo per vedere riconosciuta la verità.