A volte basta un tweet per scatenare un vero terremoto mediatico. Ed è proprio quello che è successo a Gabriele Rubini, meglio conosciuto come Chef Rubio, ex volto televisivo e oggi figura controversa del web.

Stavolta, però, il caso è più serio del solito: non si tratta solo di critiche o opinioni forti, ma di una vera accusa di diffamazione. A puntare il dito contro di lui è David Parenzo, noto giornalista e conduttore, che ha deciso di passare dalle parole ai fatti, portando il caso in tribunale.

Chef Rubio di nuovo nella bufera - RicettaSprint
Chef Rubio di nuovo nella bufera – RicettaSprint

Tutto è nato da un post social pubblicato da Rubio, nel quale avrebbe così accusato Parenzo di sostenere il “terrorismo ebraico” e di disumanizzare il popolo palestinese. Una frase che, secondo gli atti ufficiali, supera di gran lunga il confine della libertà di espressione.

Le parole che fanno male: cosa ha scritto Chef Rubio?

L’episodio risale al 12 ottobre 2023, pochi giorni dopo l’attacco di Hamas a Israele, quando il clima online era già estremamente teso. In quel contesto, Chef Rubio ha condiviso un tweet in cui accusa Parenzo di essere un “suprematista, odiatore antimusulmano, antiarabo e antisemita”, aggiungendo che “sostiene il terrorismo ebraico”. Un’accusa forte, durissima, che ha immediatamente fatto il giro del web. Ma stavolta non è rimasta solo una polemica tra utenti: Parenzo ha deciso di costituirsi parte civile, e nel capo d’imputazione si parla anche di finalità di discriminazione e odio razziale o religioso. L’udienza è fissata per febbraio 2026, e si preannuncia come un processo che farà parlare molto.

Cosa accadrà adesso a Chef Rubio?

Quella tra Chef Rubio e David Parenzo è una vicenda che riapre un tema molto delicato: fino a che punto si può parlare liberamente sui social? E quando una frase smette di essere un’opinione per diventare un reato? Rubio non è nuovo a episodi controversi, spesso protagonista di uscite forti contro politici, giornalisti e personaggi pubblici. Ma questa volta, il tono e il contenuto delle sue affermazioni potrebbero costargli caro.

Il caso Parenzo mette in luce non solo le conseguenze legali dei contenuti pubblicati, ma anche il ruolo di responsabilità che dovrebbero avere figure pubbliche con una forte influenza mediatica. Perché sì, la libertà di esprimersi è un diritto sacrosanto, ma è altrettanto vero che ogni parola, specie quando scritta in rete, lascia una traccia. E può diventare una prova, anche in un’aula di tribunale.