Con il nuovo decreto restrittivo per il contenimento del Coronavirus, molti si saranno chiesti: “Cosa posso fare e cosa no?”. Ecco tutte le risposte alle domande più frequenti che i cittadini si pongono in queste ore concitate e difficili.
Da questa mattina è ufficialmente entrato in vigore il Dcpm 9 Marzo intitolato informalmente “Io sto a casa”. Un monito già avanzato più e più volte nei giorni scorsi, ma che non ha sortito l’effetto sperato richiedendo misure generali e più efficaci. Oggi il bilancio appare veramente drammatico, ma potrebbe aggravarsi ulteriormente se non si metteranno in pratica le prescrizioni indicate.
La qualifica di ‘zona protetta’ è stata estesa a tutto il territorio nazionale, con le dovute e conseguenti limitazioni alla circolazione. In base al decreto è vietato ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dalla propria città, nonché all’interno dei medesimi territori. Sono solo consentiti spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. Per giustificare i propri movimenti occorre produrre una autocertificazione che certifichi la motivazione che ha reso necessario lo spostamento. Il Ministero dell’Interno ha predisposto un apposito modulo che si può scaricare qui. Ovviamente è consentito il rientro presso il proprio domicilio, residenza o abitazione, quando si lavora fuori dal proprio territorio.
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Supermercati: Visti gli assalti assolutamente immotivati ai supermercati delle ultime ore, ci preme innanzitutto sottolineare che questa categoria di esercenti non subirà alcuna limitazione nelle aperture. I supermercati dunque saranno aperti e continueranno regolarmente i normali approvvigionamenti di tutti i generi alimentari. Non sono previsti orari anticipati di chiusura, ma all’interno dei locali devono essere osservate le misure igieniche di contenimento del contagio. Ovvero la distanza minima di un metro e nel caso, il contingentamento degli accessi.
Centri commerciali: Sono aperti dal lunedì al venerdì e chiusi nel weekend ad eccezioni dei supermercati e ipermercati che vendono alimentari che potranno essere aperti anche sabato e domenica.
Bar, ristoranti, pizzerie: potranno restare aperti dalle 6 del mattino fino alle 18. Con obbligo di garantire la distanza di almeno un metro, pena la sospensione dell’attività.
Fare la spesa/certificazione: è possibile recarsi a fare la spesa, che rientra tra le comprovate esigenze di necessità. Bisogna compilare o scrivere a mano una autocertificazione (qui il modulo), indicando la provincia di appartenenza, nel caso in cui i punti vendita si trovino fuori dal proprio territorio di residenza. Ovviamente l’invito è a non allontanarsi eccessivamente e di fare la spesa nei negozi più vicini per evitare spostamenti.
Spesa online: si può fare ed anzi è consigliata per limitare assembramenti e spostamenti.
Spostamenti di lavoro: sono sempre consentiti, ma è bene avere sempre con sè l’autocertificazione.
Posso andare a mangiare dai parenti? No, non è uno spostamento necessario. La logica del decreto è di restare in casa il più possibile per evitare il diffondersi del contagio.
Posso uscire a fare una passeggiata con i bambini? Si, è possibile, ma in posti dove non c’è assembramento e si riescono a mantenere le distanze.
Anziani non autosufficienti: è possibile spostarsi per garantire loro la dovuta assistenza. Viene ritenuto un motivo di necessità. Ricordate però che queste fasce sono tra quell più a rischio quindi cercate di proteggerli dal contagio il più possibile.
Chi non deve assolutamente spostarsi? In linea di massima chi può resti a casa. In particolare è assolutamente vietato ogni spostamento che non sia comprovato da specifiche necessità di persone anziane ed immunodepresse o con patologie.
Cosa rischia chi non rispetta il divieto di spostamento o non è in grado di comprovare necessità? Tutti coloro che saranno fermati e forniranno una giustificazione senza riscontro scatterà la denuncia per inosservanza del provvedimento dell’autorità, l’articolo 650 del Codice penale punito con l’arresto fino a tre mesi ed una ammenda pecuniaria fino a 206 euro.
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