Dieta e frutti di mare - ricettasprint.it
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Quante volte quando si è a dieta ci si è chiesti se sia possibile mangiare i frutti di mare? Probabilmente tante e spesso questo interrogativo è rimasto senza risposta. Il problema principale chiaramente riguarda l’apporto calorico di questi deliziosi alimenti, che soprattutto in questo periodo risultano molto più appetibili ed invitanti di altre pietanze. La nutrizionista Ester Brucci, intervistata dal portale ‘Napoli Today’ ha fornito alcune risposte in merito alla questione.

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Dieta e frutti di mare: si possono mangiare? Ecco la risposta

“Bisogna fare una distinzione iniziale tra molluschi e crostacei” specifica la dottoressa, in merito al contenuto di grassi. “I molluschi infatti contengono una porzione lipidica estremamente ridotta e costituita prevalentemente da acidi grassi polinsaturi. Contengono inoltre la cobalamina e, in maniera variabile, altre vitamine del complesso B” specifica. Cozze, vongole e simili dunque, fanno meno ingrassare di altri cibi e forniscono anche un buon apporto vitaminico e non solo.

Come la Brucci sottolinea infatti, essi forniscono anche sali minerali, in particolare ferro, di iodio, zinco e selenio. Per quanto riguarda i crostacei  tra i quali gamberi, astice ed aragosta, l’apporto calorico è pressochè uguale. “Questi vantano un contenuto lipidico caratterizzato dalla prevalenza di acidi grassi essenziali omega 3 che hanno proprietà antinfiammatorie, antitrombotiche ed aumento dei livelli di HDL” spiega la nutrizionista. Un aiuto quindi a combattere il colesterolo LDL ovvero ‘cattivo’, a favore di quello ‘buono’ con numerosi altri benefici per la salute.

Infine sia i molluschi che i crostacei contengono iodio, che aiuta indirettamente il dimagrimento. Infatti questo elemento incentiva il buon funzionamento della tiroide, responsabile del buon andamento di molte funzioni del nostro organismo.

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Consigli ed avvertenze per il consumo dei frutti di mare

Il ridotto apporto calorico di questi alimenti non deve però indurre in errore: non è consentito infatti consumarne in quantità eccessive. Anche se non ci sono controindicazioni per inserirli in un qualsiasi regime ipocalorico. Bisogna inoltre tenere conto delle condizioni generali di salute dell’individuo e della quantità di chili da smaltire.

“In un soggetto normopeso e in assenza di patologie metaboliche, sono tutti ammessi, tenendo conto della quantità e della frequenza con cui vengono consumati. Essendo dei cibi altamente allergizzanti perché ricchi di istamina, sono sconsigliati durante l’allattamento al seno. Di conseguenza, possono essere introdotti nell’alimentazione dei bambini solo dopo i primi tre anni” specifica la dottoressa. Presentando inoltre un eccessivo apporto di sodio, è preferibile evitare di consumarli se si soffre di pressione alta o si è in stato interessante. L’alto contenuto di iodio inoltre li rende inadatti anche all’alimentazione dei soggetti che soffrono di ipertiroidismo. Bisogna prestare anche attenzione al consumo dei frutti di mare crudi, per evitare di “imbattersi in qualche infezione virale o batterica da salmonella, stafilococchi ed escherichia coli” spiega la nutrizionista.

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Frutti di mare e colesterolo: quali rischi per la salute?

“In assenza di patologie ed in condizioni di normopeso, è possibile consumare i frutti di mare una volta a settimana. E’ preferibile cuocerli alla griglia o al vapore e condirli con olio extra vergine d’oliva. Per abbassare un pò il contenuto di sodio, si può eliminare l’acqua di cottura” suggerisce la dottoressa Brucci.

Come deve regolarsi chi soffre di colesterolo alto? L’elevata quantità di sodio costituisce infatti un limite, ma non per questo è assolutamente proibito inserirli nella propria alimentazione. “In piccole quantità vongole, ostriche e capesante, possono essere consumate anche da coloro che presentano alti livelli di colesterolo. Studi recenti hanno dimostrato infatti che il colesterolo presente è rappresentato da fitosteroli. Questi possono addirittura contribuire a diminuire i livelli di colesterolo, attraverso la riduzione del suo assorbimento intestinale”. Unica controindicazione vale per i gamberi, che invece sono sconsigliati a causa di un contenuto di colesterolo realmente elevato.

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