Continuano le denunce per il caro caffè in giro per l’Italia: questa volta lo scontrino fa gridare allo scandalo, ben 24 euro per due tazzine ed è polemica.

Dopo la pandemia le strutture ricettive hanno iniziato un lento percorso verso la ripresa: il turismo nel nostro paese è ritornato a livelli altissimi e la bella stagione anticipata ha reso tutto più facile.

Due caffè per 24 euro continuano le denunce dei clienti ricettasprint

Nonostante questo non sono poche le proteste per l’aumento dei prezzi che ha riguardato nello specifico alcuni prodotti di consumo abituale: dal cappuccino al caffè, prenderlo al bar oggi sembrerebbe essere diventato un lusso.

Lo scontrino fa gridare allo scandalo: “Non ho reagito per lo shock”

La vicenda raccontata da queste due donne che poi turiste in fondo non sono, ha veramente dell’incredibile anche perché il riscontro da parte dell’esercente sembrerebbe aprire un vero e proprio caso. Un’insegnante originaria di Venezia e residente a Padova decide di portare un’amica in visita nella sua città natia. Dopo aver passeggiato in lungo e in largo decidono di prendere un caffè e proprio nella consapevolezza dei prezzi esorbitanti dei bar del centro, la protagonista della vicenda decide di recarsi ad un bar più dislocato, ai piedi del Ponte di Rialto.

“Erano le 18.30 e ordiniamo due macchiatoni che consumiamo al banco. Faccio due chiacchiere con il barista al quale chiedo un paio di informazioni, poi mi accingo a pagare” riporta l’insegnante. E lì le è quasi preso un colpo alla vista dello scontrino che riportava la incredibile cifra di ventiquattro euro. La donna riferisce di aver pagato quasi sotto shock, senza reagire, ma che poi a distanza di un paio di giorni si è resa conto di aver subito una truffa ed ha deciso di denunciare. “Il ricordo di quell’episodio mi martella la testa. Che vergogna! Che vergogna e ho bisogno di dirlo” prosegue l’insegnante, mostrando le foto dello scontrino incriminato.

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La risposta del proprietario del bar apre il caso: “E’ un errore”

La replica non si è fatta attendere: il gestore del bar si difende e parla di ‘errore’. “Da noi un macchiatone al tavolo viene 3 euro, 1,20 al bar. I prezzi sono tutti esposti, in quattro listini ben visibili” oppone l’esercente. Sottolineando che secondo lui è impossibile che la signora abbia pagato quella cifra. “Fosse capitato a me avrei chiamato i carabinieri” ha concluso, specificando che il loro locale non è meta di turisti, per cui i prezzi sono sempre gli stessi.

Di qui appunto la certezza personale che l’insegnante abbia pagato erroneamente magari lo scontrino destinato a qualche altro cliente del locale. Insomma è nato un vero e proprio caso, di cui certamente si interesseranno le autorità locali per capire cosa sia effettivamente accaduto. Intanto si accresce la lista delle città in cui i bar del centro riportano listini scandalosi. Il rapporto qualità prezzo vede in cima alla classifica delle mete turistiche il sud, con Napoli capofila in cui un caffè ed un cornetto al tavolo in pieno centro costano appena 3 euro.

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