Fabrizio Nonis de La Prova del Cuoco aggredito : “15 minuti di violenza”

Minuti di tensione per un ex personaggio de La Prova del Cuoco aggradito insieme al figlio nei presi dello stadio Bentegodi a Verona. Il racconto shock rilasciato dell’uomo in questione ha lascato i fan del programma senza parole data la violenza inaudita che hanno subito da un gruppo di ultras.

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Doveva essere una serata tranquilla per Fabrizio Nonis, ex de La Prova del Cuoco e conduttore di vari cooking show, in vista della nuova stagione di calcio e il ritorno allo stadio insieme al figlio dopo le chiusure dettate dalla pandemia da Covid-19. Così per loro, però, non è stato… dato che dopo la partita che erano andati a seguire (Hellas Verona – Inter) Nonis e il figlio sono stati subito presi di mira e successivamente aggrediti.

A rompere il silenzio e raccontare così l’accaduto lo stesso ex volto noto de La Prova del Cuoco che al Corriere del Veneto ha parlato di “Dieci/quindici minuti di una violenza inaudita”.

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Fabrizio Nonis de La Prova del Cuoco aggredito | Il racconto shock

Fabrizio Nonis, dunque, al quotidiano sopracitato, ha spiegato di aver notato subito gli aggressori nei pressi di un bar dopo aver lasciato lo stadio insieme al figlio. I due non fanno in tempo a raggiungere la propria auto, poco distante, che vengono subito raggiunti dagli aggressori che dopo qualche domanda gli hanno chiesto quale fosse la squadra da lui tifata…a nulla sono serviti i tentativi di comunicazione messi in atto da Fabrizio Nonis, come lo stesso ha dichiarato: “Non ho fatto in tempo a pronunciare il nome della squadra di casa che mi sono trovato a terra”.

L’ex de La Prova del Cuoco è stato colpito con inaudita violenza così come il figlio “a cui hanno schiacciato il volto contro il cofano”. Fabrizio Nonis ha poi concluso così il suo racconto shock: “Sono stati dieci, quindici minuti di terrore. Poi non ho capito che cosa è successo, un anziano è sceso dal suo appartamento o forse era di passaggio e ha chiesto che cosa stesse accadendo“. A quel punto la furia si è fermata e i picchiatori sono scappati: “Il tempo di entrare in auto, bloccare le chiusure e partire. Abbiamo fatto qualche centinaio di metri, poi ci siamo fermati e ho chiamato il 118”.

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