Alcune aziende vendevano del falso olio extravergine d’oliva spacciandolo in maniera deliberata un prodotto di minore qualità come se fosse pregiato.

Falso olio extravergine d'oliva
Lo scandalo del falso olio extravergine d’oliva Foto dal web

Circa cinque anni fa scoppiò lo scandalo del falso olio extravergine d’oliva. Diverse aziende produttrici vennero scoperte dopo avere compiuto degli illeciti, proponendo sul mercato dell’olio normale spacciandolo invece per pregiato EVO.

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Qualcuno probabilmente fu persuaso ad agire in modo illegale dopo le difficoltà legate dalle nefaste conseguenze del parassita Xylella. A causa di quest’ultimo, diverse piante di ulivo finirono con il seccarsi, mettendo in crisi la produzione. Alcuni hanno posto rimedio importando olive dall’estero, a scapito però della qualità. ‘Patti Chiari’, una popolare trasmissione televisiva svizzera a tutela del benessere dei consumatori e che va in onda su RSI La1, realizzò una apposita inchiesta relativa al falso olio extravergine d’oliva, divulgando tutto quanto di fuori legge compiuto da alcune aziende. Il programma tv si avvalse della consulenza di alcuni esperti del COI – Consiglio Olivicolo Internazionale – per effettuare dei test su 12 bottiglie di marche diverse.

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Falso olio extravergine d’oliva, come venne alla luce lo scandalo

In alcune di esse mancavano del tutto i requisiti richiesti per potere considerare quell’olio veramente EVO. E lo stesso test fece pure il comitato di assaggio ufficiale dell’olio DOP Chianti in Toscana, scoprendo a sua volta degli illeciti. Per ottenere il diritto di usufruire della denominazione EVO bisogna avere “meridiana dei difetti pari a zero, con gusto praticamente perfetto”. Cosa non riscontrata da parte di alcuni marchi. In Italia, nove di essi subirono il declassamento da olio EVO a semplice olio vergine. E ci furono anche multe e condanne. Lidl pagò 550mila euro per pratiche commerciali scorrette a causa della vendita del falso olio EVO ‘Primadonna’. Lo stesso accadde alla spagnola Deoleo, che gestisce i marchi italiani Bertolli, Sasso e Carapelli e che pagò 300mila euro di sanzione.

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Quali aziende furono coinvolte

Questi i marchi coinvolti nello scandalo del 2015

  • Antica Badia;
  • Bertolli;
  • Carapelli;
  • Coricelli;
  • De Cecco classico;
  • Filippo Berio;
  • Primadonna (che in seguito superò il test);
  • Santa Sabina;
  • Sasso;
  • Olivana e M-Budget (non commercializzati in Italia).

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Ed oggi quali sono gli oli migliori

Da allora per fortuna le cose sono cambiate. Ed oggi gli oli EVO considerati migliori in assoluto sono i seguenti.

  • De Cecco Olio Extravergine d’Oliva – pregiato 100% olive italiane
  • Agride Olio Extravergine d’Oliva – il regale 100% italiano
  • Monini Olio Extravergine d’Oliva – bios da agricoltura biologica 100% italiano
    (dati riportati da pianetadonne.blog)

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olive oil with fresh olives and leaves