Famosa chef televisiva colpita da grave malattia, racconta il suo segreto spiazzando i tantissimi ammiratori. Ecco la clamorosa intervista shock che ha sconvolto il web.
Nessuno vedendola così, allegra e sorridente, potrebbe mai immaginare il dramma che si nasconde dietro la quotidianità di questo personaggio decisamente tra i più amati del panorama culinario. In una intervista esclusiva a ‘Cook’ nella rubrica consueta del ‘Corriere’, la nota cuoca stellata Ana Ros ha rivelato un dettaglio della sua vita privata davvero impensabile. Proprio lei che ama tanto maneggiare ingredienti e trasformarli in opere d’arte e di gusto, vede il cibo anche come il suo peggior ‘nemico’. Quale sia la malattia che affligge questa giovane e bellissima donna, è lei stessa a rivelarlo, con un esordio che ha spiazzato anche il suo interlocutore. “Sono una chef famosa perché faccio un cibo meraviglioso. E sono anoressica” ha dichiarato senza mezzi termini.
‘HiÅ¡a Franko’ è il nome del suo locale, in mezzo ai boschi di Kobarid ad appena cinque chilometri dal confine con l’Italia. La sua isola felice, in cui rifugiarsi per sfuggire alle paure, alla malattia ed a tutto ciò che sono i turbamenti conseguenti al suo stato d’animo. Oggi, insieme alla sua giovane brigata, lavora a porte chiuse per scoprire nuove combinazioni con cui stupire i suoi affezionati clienti. In un periodo difficile per la ristorazione la Ros non perde il suo consueto entusiasmo: “Se non si riesce a trasformare in un’occasione questo lockdown non c’è futuro. Abbiamo paura. È ovvio. Prima di tutto della pandemia e poi di non sopravvivere finanziariamente. Ma sono positiva”.
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Un passato da atleta ed il futuro stellato: “Ecco come è iniziato tutto”
Un debutto in cucina completamente inaspettato: Ana ha un passato da ex sportiva e brillante studentessa. Laureata in Scienze internazionali e diplomatiche a Trieste, sognava di fare l’ambasciatrice. Papà medico e madre giornalista, riponevano in lei tantissime speranze, fino al cambio di rotta decisivo che l’ha riempita di dubbi. Tutto è iniziato quando ha incontrato sulla sua strada il marito Valter ed ha deciso di seguirlo nell’agriturismo di famiglia dopo aver terminato gli studi. In cucina c’era la suocera, mentre lei aiutava nel servizio e nella gestione della struttura. La signora Jojicha, racconta la chef, cucinava alla perfezione la selvaggina portata dai cacciatori ed allo stesso modo sapeva preparare piatti più ‘alla mano’.
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Fino alla svolta nel duemila, anno in cui il suocero decide di lasciare l’agriturismo ai giovani sposi i quali scelgono di ristrutturare completamente il locale e dargli un’impronta tradizionale, ma con un’occhio alla contemporaneità . Il tutto caratterizzato da una scelta di prodotti di prima qualità , anche dettata un pò dalle esigenze. “Qui i distributori non arrivano ancora oggi. Essere così lontani da tutto significa poter contare solo sui prodotti unici e freschissimi di una rete di artigiani selezionati nel tempo” racconta la Ros. E’ il duemiladue quando si approccia per la prima volta alla cucina: “Proposi ai ragazzi in cucina di creare un raviolo liquido ripieno di formaggio locale in brodo di pera. Nessuno voleva provarci”. Così la giovane Ana, all’epoca appena trentenne ed incinta del primo figlio, si improvvisò ai fornelli per dare voce al grido della sua innata creatività . “Fu un disastro” rivela, ma fu anche la scintilla che la convinse a studiare, sperimentare e diventare la grandissima cuoca che è oggi.
Famosa chef televisiva | Colpita da grave malattia | Il racconto segreto shock
Un periodo fatto di luci ed ombre: da un lato, il successo acquisito passo dopo passo. Dall’altro, le tragedie della sua vita privata che l’hanno profondamente segnata. All’inizio della sua carriera, quando il suo nome cominciava a suscitare l’interesse del mondo gastronomico d’eccellenza, la Ros si ritrovò con un carico improvviso di lavoro da sopportare. “Dopo la nascita di Eva Clara nel 2004, rimasi nuovamente incinta. Il lavoro era tantissimo e per una disfunzione del mio corpo ebbi un aborto al quinto mese di gravidanza” rivela. Di seguito ritornò anche l’incubo dell’anoressia: il primo episodio di questa difficile malattia che la perseguita da anni si verificò ad appena diciassette anni. La Ros era nella selezione giovanile jugoslava di sci, ma decise di smettere perchè troppo impegnata con lo studio. “Mi trovai ricoverata in ospedale con 30 chili in meno. Sono sopravvissuta mangiando gelato, ne ero ossessionata” riporta con dolore. Oggi riesce a gestire l’anoressia diversamente, con più consapevolezza: “Ora so che quando sono stressata reagisco non nutrendomi, cerco in maniera incosciente di punirmi. Quando sento quella sensazione faccio sport. Corro per pulire il cervello dalla negatività . Mi concentro sui miei figli e sul lavoro, cercando di creare piatti giocosi che mi divertano”.
Nel 2016 arriva il debutto televisivo con due serie prodotte da Netflix. Dopo aver rifiutato diverse volte, la chef accettò e nel giro di pochissimo le prenotazioni del suo locale schizzarono alle stelle. Amatissima dal pubblico, rivela un curioso aneddoto: La Ros era stata scelta per sostituire Carlo Cracco in qualità di giudice a ‘Masterchef Italia’. E’ lei stessa a rivelarlo, spiegando anche i motivi del suo rifiuto: “Mi hanno offerto delle cifre incredibili e per un periodo telefonato due volte al giorno. Sono persino arrivati fin qui per convincermi. Se ho rifiutato non è perché non credo nella tv. Ma per la convinzione che quella fama mi avrebbe portato una clientela interessata a me solo come personaggio. E ho scelto bene. Oggi abbiamo gli ospiti giusti, gente con consapevolezza e interesse”.
Ultimamente però la cuoca stellata, premiata tra l’altro nel duemilasedici come miglior chef donna al mondo da World’s Best Restaurant, è stata ospite di un collega ben noto al pubblico televisivo italiano. E’ comparsa infatti in una puntata dell’ultima edizione della trasmissione ‘Antonino Chef Academy’ di Cannavacciuolo. Il suo piatto è stato oggetto di una prova per i giovani concorrenti. Una vera maestra, formatasi da autodidatta: un esempio fulgido di professionalità e forza per tanti giovani che aspirano ad entrare nel panorama culinario che conta.
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