Il glifosato nel tè rappresenta una problematica fin troppo diffusa. Questo pesticida può essere fortemente pericoloso per la nostra salute.
Glifosato nel tè, non ci sono buone notizie da un test compiuto dalla rivista Il Salvagente. La stessa infatti ha esaminato quattordici marche tra le diverse che è possibile trovare in commercio quando andiamo a fare la spesa. E purtroppo è venuto fuori che si trovano tracce di diversi pesticidi in questa bevanda, a prescindere da formati, tipologie e metodi di coltura e di produzione industriale.
Si parla di contaminazione anomala per il glifosato nel tè, anche se per fortuna in tutti i casi registrati le misure riscontrare sono al di sotto dei valori massimi stabiliti dalla legge. Il tetto invalicabile è di assunzione di glifosati e di pesticidi è a 2 milligrammi per chilo. Però questo non vuol dire che tale limite sia lontano. In certe misurazioni alcune marche di tè hanno mostrato una quantità di 1 mg per chilo, che è la metà del limite imposto dalle norme e che non è sicuramente pochissimo.
Nonostante non ci sia alcuno sforamento, la presenza di glifosato nel tè è comunque da accogliere con preoccupazione. Infatti già 11 marche su 14 che presentano delle tracce di sostanze potenzialmente nocive dimostrano come le dinamiche produttive debbano essere migliorate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità descrive il glifosato come “potenzialmente cancerogeno”.
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Tra l’altro nel tè il glifosato è stato trovato in quantità superiori rispetto a qualsiasi altro tipo di alimento, se prendiamo in considerazione gli studi compiuti durante gli ultimi anni. di seguito ci sono le marche di tè che hanno mostrato le concentrazioni di glifosato più elevate dopo il test di altroconsumo:
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Taylor English Breakfast Tea (0,996 mg/kg);
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Il problema nasce alla radice, infatti la materia prima proviene da Paese extraeuropei, in particolare l’India e lo Sri Lanka. Dove non c’è la stessa attenzione che vige in Europa per quanto la sicurezza in ambito alimentare. Poi ci sono anche gli insetticidi, quali il Biphenylm, il Thiamethoxam, il Bifenthrin, l’Alfa_e_Cypermethrins, il Chlorofenapyr ed il Tetradifon. Quest’ultimo è particolarmente nocivo per le api, la cui popolazione è a forte rischio in tutto il mondo.
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