Grano e zucchero in Italia: scatta l’allarme, presto sarà difficile reperirli

Il giorno tanto temuto dagli italiani è davvero arrivato? In queste ore è scattato l’allarme per quanto riguarda la distribuzione nei supermercati di grano e zucchero, ecco perché diventerà difficile reperirli.

L’effetto domino delle sanzioni imposte alla Russia e dalla guerra che Vladimir Putin ha cominciato con l’invasione dell’Ucraina sembrerebbe avere un effetto irreversibile.

La nazione russa è oggetto di varie sanzioni e colossi che hanno interrotto le collaborazioni con questa, insieme agli investimenti, ma lo step successivo di questo collasso economico che sta colpendo la Russia e che ha delle conseguenze anche sull’Europa è già pronto e riguarda proprio il grano e lo zucchero.

Grano e zucchero presto assenti nei supermercati

Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel corso delle ultime settimane i contribuenti italiani, e non solo, stanno subendo le conseguenze della guerra anche l’import ed export di alcuni prodotti diretti all’Ucraina e alla Russia, nel caso di questa nazione molti rapporti commerciali sono stati interrotti volutamente.

La preoccupazione dei contribuenti e dei supermercati in queste ore si concentra però su grano e zucchero dato che, nel corso delle ultime ore il presidente Vladimir Putin ha dato il via libera per la sospensione immediati di export dalla Russia di prodotti come grano e zucchero.

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Scatta l’allarme anche in Italia

A diffondere la notizia in questione è stato l’Interfax, riportando l’annuncio fatto dalla vicepremier della Russia Victoria Abramchenko.

Secondo quanto reso noto, dunque, la nazione governata da Vladimir Putin ha ufficialmente vietato per una lunga lista di Stati, da lui considerati nemici della Russia, l’export di zucchero bianco e grezzo fino al 31 agosto, mentre grano, segale, orzo e mais fino al 30 giugno.

Al momento, però, non è ben chiaro quali saranno le conseguenze di tale divieto di export sul mercato e né tanto meno la gestione delle riserve da parte del mercato italiano ma, secondo fondi certe, questa azione potrebbe portare ad una vendita condizionata di tali beni ritenuti di prima necessità.

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