È una sostanza molto usata in campo industriale, e già si sapeva che il glifosato fosse nocivo. Ora però un nuovo studio fa emergere un livello di pericolosità assolutamente spaventoso, mai scoperto in precedenza.
Del glifosato se ne parla in termini negativi da tempo, dopo che tanti studi hanno acclarato più e più volte come tale sostanza possa avere dei risvolti negativi per la salute. Il glifosato è un erbicida che trova largo impiego nel novero delle coltivazioni destinate ad uso industriale, tra piantagioni di vario tipo. Serve per evitare per l’appunto che le erbacce possano infestare i raccolti.
Ma il suo utilizzo presenta un negativissimo rovescio della medaglia, per l’appunto, costituito dall’elevata pericolosità che tale sostanza comporta. Ora uno studio italiano ha confermato addirittura come anche la presenza delle dosi consigliate possa aumentare di molto il rischio di contrarre diverse forme di cancro. A parlarne sono l’Istituto Ramazzini di Bologna e l’Istituto Superiore di Sanità, oltre ad altri centri di ricerca internazionali.
Che danni provoca il glifosato? L’enorme pericolo cancro connesso
In base a quanto osservato, persino le dosi che le rigide norme dell’Unione Europea indicano come sicure possono avere una incidenza di un peso importante in ottica tumori. Queste conclusioni sono giunte dopo diverse osservazioni compiute su delle cavie da laboratorio in un arco di tempo di tre anni. Suddivisi in gruppi, ciascun raggruppamento ha ricevuto dosi diverse di glifosato attraverso l’acqua, e maggiore erano i dosaggi, maggiore erano i rischi connessi.
Anche la dose minima giornaliera ammessa in UE (0,5 mg/kg) è risultata nociva. Le malattie emerse inglobavano tumori sia benigni che maligni a quanto segue:
- Tessuti emopoietici e linfatici
- Pelle
- Fegato
- Tiroide
- Sistema nervoso
- Ovaie
- Mammelle
- Ghiandole surrenali
- Reni
- Vescica
- Scheletro
- Pancreas
- Utero
- Milza
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Oltre a questo è emerso pure un rischio leucemia precoce
Ed è aumentato anche il rischio di forme letali di leucemia, in animali dall’età corrispettiva per gli umani di 37 anni di media. Da tutto ciò è quindi emersa la pericolosità del glifosato, del quale anche l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) ha preso atto.
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I risultati di questo studio segneranno senz’altro una nuova condizione in relazione a come verrà recepito il glifosato. Ed in virtù di ciò è probabile che questa sostanza venga messa progressivamente da parte e che verrà vietata del tutto nei prossimi anni.
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Si spera il prima possibile. Le normative dell’Unione Europea sono le più severe in assoluto al mondo per quanto riguarda sia la sicurezza in fatto di alimentazione che in altri ambiti. Per ridurre al massimo la esposizione da glifosato è importante lavarsi bene le mani dopo avere lavorato con questa sostanza. Indossare protezioni come guanti, tute e maschere. E scegliere colture biologiche, lavare bene frutta e verdura disinfettandola magari con appositi prodotti.
