Mangiare tutti i giorni alcuni alimenti molto diffusi, soprattutto perché a basso costo, riduce a conti fatti l’aspettativa di vita nonché la sua qualità. Di quali si tratta.

Il modo in cui l’umanità si nutre in epoca moderna è profondamente cambiato. Sempre più spesso le abitudini quotidiane del mangiare, a tavola e no, include cibi industriali confezionati, comodi e a lunga conservazione. Questi prodotti, caratterizzati da un elevato grado di trasformazione, vengono definiti “ultra-processati”. Ovvero alimenti realizzati con ingredienti molto modificati, arricchiti con additivi e spesso privi di molte componenti nutritive naturali.

Alimenti ultra processati vari
Il killer silenzioso nella dispensa, la dieta che ci sta rendendo più malati e nessuno ce lo dice – ricettasprint.it

Un alimento diventa ultra-processato quando, oltre a essere trasformato, viene arricchito con sostanze come zuccheri raffinati, oli vegetali molto raffinati, farine raffinate, additivi (conservanti, emulsionanti, aromi, coloranti) per migliorarne sapore, consistenza, durata e appetibilità. Il processo che porta a un ultra-processato non è una semplice cottura o conservazione, ma comporta modifiche strutturali e compositive molto profonde rispetto al cibo nella sua forma naturale o minimamente lavorata.

Quali sono gli effetti nocivi sulla salute dei prodotti ultra-processati?

Al contrario, alimenti non-processati o minimamente trasformati come frutta, verdura, cereali integrali, carni fresche mantengono una struttura naturale e contengono fibre, micronutrienti, oli essenziali e componenti biologiche complesse, che svolgono un ruolo cruciale per la nostra salute. Quando si assume una dieta composta in larga misura da ultra-processati, il corpo e in particolare il sistema digestivo subiscono una serie di effetti negativi.

Diversi alimenti ultra processati
Quali sono gli effetti nocivi sulla salute dei prodotti ultra-processati? – ricettasprint.it

Questi cibi, preparati e confezionati per essere morbidi, gustosi e facili da consumare, richiedono poca masticazione. Una volta ingeriti, vengono rapidamente digeriti e assorbiti nello stomaco e nell’intestino tenue, generando spesso picchi glicemici. Con un rapido aumento e successivo calo della glicemia e con un altrettanto veloce senso di fame: condizioni che favoriscono un consumo eccessivo di calorie.

Allo stesso tempo, la mancanza di componenti come fibre alimentari e strutture “complesse” riduce di molto la “materia” che arriva fino al colon, privando di nutrimento il microbiota intestinale. Cioè quell’insieme di microorganismi che vive nel nostro intestino e svolge funzioni vitali. Come produzione di molecole protettive, vitamine, acidi grassi benefici, modulazione del sistema immunitario e dell’infiammazione, supporto al metabolismo, comunicazione con il cervello e molto altro.

Conseguenze sull’organismo

Quando il microbiota non viene adeguatamente nutrito — come può accadere con una dieta basata su ultra-processati — si può verificare una sua alterazione (disbiosi), con conseguenze negative per la salute intestinale e sistemica: aumento del rischio di disturbi digestivi, infiammazione cronica, alterazioni metaboliche, e, secondo dati consolidati della ricerca, possibili aumenti del rischio di malattie gravi.

Uomo ricoverato in ospedale
Conseguenze sull’organismo – ricettasprint.it

Le evidenze epidemiologiche mostrano che un consumo elevato e continuativo di alimenti ultra-processati è associato a un aumento del rischio di sovrappeso, obesità, diabete di tipo 2, e malattie metaboliche. Alcuni studi rilevano anche un legame con disturbi cardiovascolari, alterazioni del metabolismo lipidico, problemi legati al sonno e alla salute mentale.

Inoltre, un’alimentazione di questo tipo sembra promovuovere un’alterazione del microbiota intestinale con possibili effetti negativi a lungo termine: una minore produzione di molecole protettive, un’aumentata vulnerabilità dell’intestino e — in una visione più ampia — un maggiore rischio di patologie croniche, potenzialmente anche di carattere oncologico.

Perché questo fenomeno si è diffuso

La diffusione degli alimenti ultra-processati è strettamente legata ai cambiamenti sociali, economici e culturali degli ultimi decenni. La transizione da società rurali e agricole a società urbane e industrializzate ha ridotto drasticamente il numero di persone impegnate nella produzione di cibo “a monte”. Oggi la maggior parte degli alimenti è prodotta, trasformata, confezionata e distribuita da industrie.

I vantaggi di questi prodotti — prezzo basso, lunga conservazione, facilità di trasporto e consumo, marketing aggressivo — li rendono particolarmente accessibili e appetibili a fasce ampie della popolazione, comprese quelle con reddito modesto oppure con poco tempo per cucinare. Questo ha portato a una dipendenza crescente da questi alimenti, sostituendo progressivamente la dieta tradizionale fatta di cibi freschi e naturali.

Non tutti gli alimenti trasformati sono tossici o “cattivi”: il grado di trasformazione, il contenuto nutrizionale e la frequenza con cui vengono consumati fanno la differenza. Ma occorre essere consapevoli. Quando la dieta quotidiana si basa prevalentemente su alimenti ultra-processati, si rischia di compromettere la salute sul lungo termine.