Da dove proviene la frutta che mangi, è italiana oppure giunge dall’estero? Ci sono diversi casi specifici che bisogna conoscere.
La frutta che mangi è veramente italiana? Il quesito vale soprattutto per i supermercati ed i discount. Per capire quale sia quella effettivamente coltivata all’interno dei confini del nostro Paese influisce molto la tipologia di frutta.
Quella esotica potrebbe provenire dall’estero, anche se ci sono avocado e mango che possono nascere da delle coltivazioni presenti in alcune regioni del Sud. Ed anche la frutta non di stagione ha delle buone possibilità di arrivare da fuori Italia.
Vediamo qual è la frutta che mangi e che è veramente italiana oppure no. Ci sono ad esempio ananas e papaya che arrivano soprattutto dall’America meridionale.
Ed in particolare dalla Costa Rica e dal Brasile per quanto riguarda il primo. E da Perù, Messico, Cile e poi anche da Sudafrica per la papaya. Sudafrica che però è autore anche di massicce importazioni di agrumi, ed in particolar modo di arance.
La frutta che mangi è veramente italiana? Le provenienze estere più frequenti
E le banane? Anche questi sono dei frutti esotici per antonomasia ed i Paesi di provenienza più presenti sono la Repubblica Dominicana, Panama, la solita Costa Rica, la Colombia, il Perù e l’Ecuador.
È alquanto facile in alcuni supermercati e punti vendita analoghi trovare pure le noci di cocco. Che arrivano in certi casi in Costa d’Avorio ed India. Invece i kiwi nel periodo autunnale e di inizio inverno sono prettamente italiani, se fuori stagione provengono dalla Nuova Zelanda.
In generale la frutta non stagionale e quella esotica arrivano quasi sempre da fuori. Questa cosa accomuna diversi soggetti della grande distribuzione organizzata. Per capire meglio la questione ed approfondire la provenienza della frutta c’è un modo semplice e veloce.
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Ovvero controllare le informazioni riportate in etichetta. Va però detto che le coltivazioni che giungono da Paesi che si trovano al di fuori del territorio dell’Unione Europea potrebbero essere soggetti ad una accresciuta possibilità di rischio.
Nel senso che questa frutta potrebbe essere stata trattata con dei pesticidi e dei diserbanti che invece la UE vieta. I controlli in Paesi di zone asiatiche, sudamericane ed africane sono molto meno severi rispetto all’Europa.
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Per non correre mai rischi ci sono quindi due consigli da seguire: controllare sempre le informazioni in etichetta e prediligere la frutta coltivata a chilometro zero e con metodologie prettamente biologiche.