In che cosa consiste la truffa sul salmone, che riguarda diversi punti di fruizione sia della grande e piccola distribuzione che della ristorazione. Numeri paurosi.
Truffa sul salmone, è proprio di questo che si può parlare in tutto e per tutto dopo che Oceana, un noto gruppo ambientalista, ha diffuso dei dati che accertano una situazione molto grave. Questa indagine riferisce che la truffa sul salmone riguarda la varietà di pescato, che viene spacciato per quello che non è. Ad esempio viene proposto come oceanico selvatico quando in realtà non lo è affatto.
Tutto ciò avviene nei punti vendita preposti quanto nei ristoranti. Negli Stati Uniti rappresenta una problematica molto diffusa. Le analisi compiute in laboratorio su alcuni campioni appositamente estrapolati nel corso in cui non era stagione di salmoni selvatici hanno portato alla scoperta, ormai già dieci anni fa (ma la cosa sarebbe ancora attuale) di come in realtà quella fauna ittica fosse meno pregiata di quel che si pensava.
Ed in aggiunta a ciò c’è da dire che si trattava di salmoni allevati. Questa cosa riguardava tutti i punti vendita interessati, ma nei soli ristoranti la percentuale della truffa del salmone saliva – ed attualmente pare proprio che sia ancora così alta – al 67%. Nei supermercati l’ammontare di “finto salmone” pregiato è invece solamente del 20%. I piccoli negozi invece presentano otto volte in più questa insidia.
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Difendersi però è relativamente facile perché trovare facilmente del salmone selvatico oceanico tra settembre ed aprile può significare che quello in realtà di selvatico non ha niente. Le brutte notizie però non finiscono qui: anche per quanto riguarda altre prelibatezze del mare si corrono gli stessi rischi. In particolare con i gamberi (30%), con i dentici (addirittura l’87%) e le aragoste (37%).
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Tutti questi dati si riferiscono al mercato ittico degli Stati Uniti, ma con tutta probabilità nessun circuito della grande e piccola distribuzione è immune da queste truffe. E di sicuro anche da noi in Italia episodi come questi possono essere all’ordine del giorno. Anche se per fortuna in tutto il territorio dell’Unione Europea – Italia compresa – la rete dei controlli è più stretta, per quanto concerne l’ambito commerciale.
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