È terribile quello che è successo a dei piccoli subito dopo l’assunzione di specifici prodotti farmaceutici. Cosa ha provocato il loro decesso.
Una nuova tragedia sanitaria scuote l’opinione pubblica, e davvero spaventa per quelle che sono state le sue drammatiche conseguenze. L’uso di sciroppi contaminati ha causato la morte di tre bambini, con la cosa che pone alla ribalta il problema della sicurezza dei farmaci. I tre sfortunati bambini sono morti dopo aver assunto sciroppi per la tosse contaminati da sostanze tossiche.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un allarme internazionale invitando tutte le autorità sanitarie a rafforzare i controlli su prodotti simili. Secondo quanto riportato dal Central Drugs Standard Control Organization (CDSCO), i medicinali incriminati sono tre: Coldrif, Respifresh TR e ReLife. Analisi di laboratorio hanno rivelato la presenza di dietilenglicole (DEG), una sostanza chimica altamente pericolosa utilizzata in modo improprio come solvente.
Sciroppi scaduti, i dettagli da conoscere
Il DEG, anche in piccole quantità, può provocare gravi danni renali, disturbi neurologici, dolori addominali, vomito e, nei casi più gravi, portare alla morte. Questa vicenda è accaduta in India, con le autorità del posto che hanno reagito con immediatezza, disponendo il ritiro dei lotti contaminati e sospendendo la produzione negli stabilimenti coinvolti. Stabilimenti che appartengono alle aziende Sresan Pharmaceutical, Rednex Pharmaceuticals e Shape Pharma.

Le licenze dei prodotti sono state temporaneamente revocate, in attesa di ulteriori verifiche. E l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha anche provveduto a diffondere un comunicato ufficiale in cui definisce questi sciroppi “prodotti di qualità scadente”. E raccomanda ai cittadini e ai professionisti sanitari di non utilizzarli. L’Ente legato all’Onu ha sottolineato che, per ora, non risultano esportazioni dei lotti incriminati al di fuori dell’India e non sono emerse prove di traffici illegali.
Ma alla luce di quanto di grave accaduto, sempre l’OMS invita i Paesi a rafforzare la sorveglianza sui farmaci liquidi orali, in particolare su quelli prodotti negli stabilimenti coinvolti dal dicembre 2024 in poi. La contaminazione da dietilenglicole non è un fenomeno nuovo. In passato, episodi simili hanno causato centinaia di vittime in vari Paesi, dal Gambia all’Uzbekistan, sollevando dubbi sulla sicurezza della catena produttiva farmaceutica globale.
Ci sono dei precedenti
L’utilizzo di sostanze non idonee o la mancanza di controlli rigorosi continuano a rappresentare una minaccia, soprattutto nei contesti in cui la regolamentazione è più debole. L’OMS ha inoltre ribadito l’importanza della farmacovigilanza attiva. I cittadini sono invitati a segnalare immediatamente eventuali reazioni avverse o inefficacia dei medicinali sospetti e a rivolgersi tempestivamente a un medico o a un centro antiveleni in caso di sintomi riconducibili all’intossicazione.
Il caso solleva interrogativi anche a livello globale. In un mercato farmaceutico sempre più interconnesso, la contaminazione di un singolo lotto può avere ripercussioni ben oltre i confini nazionali. Per questo l’OMS chiede maggiore trasparenza e controlli più serrati lungo tutta la filiera, dal reperimento delle materie prime alla distribuzione finale.
Ed anche se tutto questo è accaduto molto lontano dall’Italia, è bene sottolineare come anche dalle nostre parti possano avvenire delle situazioni analoghe e gravi, soprattutto se non ci si rivolge ai canali consueti per la reperibilità di prodotti medicinali, a prescindere dalla loro natura.