Prodotti di Natale e pesticidi: quali alimenti risultano più contaminati durante le feste, possono sorgere dei rischi in ogni situazione.
Il periodo natalizio porta sulle tavole una grande varietà di prodotti tipici. La frutta secca, i dolci confezionati, agrumi, vini e spumanti. E proprio molti di questi alimenti tradizionali sono tra i più esposti a residui di pesticidi, secondo le principali analisi condotte negli ultimi anni da organismi europei e internazionali. Le contaminazioni non raggiungono sempre livelli pericolosi.
Ma la presenza costante e, in alcuni casi, multipla di diversi pesticidi può rappresentare un motivo di attenzione, soprattutto in prodotti di largo consumo durante le festività. Tra i simboli delle feste, il prosecco e gli altri spumanti occupano un posto speciale. La viticoltura convenzionale è purtroppo una delle coltivazioni europee che fa maggiore uso di pesticidi, soprattutto fungicidi.
Anche se i residui nel prodotto finito sono di solito sotto i limiti legali, vini e spumanti mostrano frequentemente tracce di diversi trattamenti, e negli ultimi anni molti laboratori hanno rilevato anche la presenza di sostanze persistenti come TFA (acido trifluoroacetico), derivato da pesticidi contenenti PFAS. Si tratta di composti che non scompaiono nell’ambiente e tendono ad accumularsi.
Anche l’uva da tavola è uno degli alimenti che più spesso risulta contaminato: la buccia sottile e la forte suscettibilità a muffe e parassiti spiegano l’intenso ricorso a fitofarmaci. Di conseguenza, anche i suoi derivati – come uvetta e frutta disidratata, ampiamente usate in panettoni, strudel e dolci natalizi – tendono a presentare residui multipli di pesticidi, che talvolta resistono anche ai processi di essiccazione.
La frutta secca è uno degli ingredienti più consumati a Natale, ma anche uno dei gruppi merceologici più a rischio di contaminazioni. Mandorle, noci, nocciole, pistacchi ed arachidi provengono spesso da coltivazioni intense, e in molti Paesi extraeuropei i fitofarmaci impiegati possono includere sostanze ancora autorizzate localmente ma vietate nell’Unione Europea. Oltre ai pesticidi, la frutta secca è soggetta anche al rischio di micotossine, soprattutto quando conservata o trasportata in condizioni climatiche sfavorevoli.
Gli agrumi, molto diffusi a Natale, sono spesso trattati con fungicidi post-raccolta per evitare muffe durante il trasporto. Le bucce, infatti, sono una delle parti più contaminate. Ceppi di pesticidi sono stati rilevati anche su mele e pere, regolarmente inserite tra la frutta con più residui a causa dei numerosi trattamenti in campo.
Panettoni, pandori, biscotti e dolci natalizi industriali possono contenere ingredienti provenienti da materie prime ad alto rischio. Uvetta, canditi, farine, scorze d’arancia trattate, oli vegetali o frutta secca. Anche se il prodotto finale può risultare entro la norma, la presenza di più ingredienti “sensibili” aumenta la probabilità di trovare residui multipli, soprattutto nei prodotti di fascia economica.
Va chiarito che la presenza di pesticidi non implica automaticamente pericolo. La maggior parte dei campioni rientra nei limiti stabiliti. Ma il tema oggi più discusso è quello del “cocktail di pesticidi”, cioè la somma di diversi residui trovati nello stesso alimento, anche a basse dosi. Gli effetti combinati non sono ancora ben compresi, e per questo molti esperti suggeriscono un approccio prudente.
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