È squisito e propone una gran varietà di ricette da tutto il mondo, ma il pesce crudo potrebbe rivelarsi molto pericoloso: perché?

Pesce crudo, quali sono i rischi connessi al suo consumo? L’assunzione di specialità come ad esempio il sushi ed altre prelibatezze tipiche ad esempio della cucina giapponese presuppone una preparazione adeguata da parte di cuochi qualificati e che abbiano conseguito una specializzazione in seguito ad anni di studio e di pratica.

Del fugu giapponese
Del fugu giapponese (Adobe Stock)

In quel caso mangiare pesce crudo potrebbe comportare il rischio di contrarre un avvelenamento potentissimo a causa delle specie ittiche coinvolte. Come ad esempio il fugu, ovvero il pesce palla giapponese, che per l’appunto è estremamente velenoso.

Ma questi sono rischi comunque circoscritti ed estremamente rari. I rischi legati a quando si mangia del pesce crudo o poco cotto e che con maggiore frequenza possono avere luogo anche dalle nostre parti sono altri.

Ed in queste situazione si dà adito a delle contaminazioni batteriche di fare andare a male il cibo, a prescindere da quale specialità ittica si tratti. La cosa può riguardare tanto il pesce propriamente detto quanto i frutti di mare.

Pesce crudo, perché può essere nocivo

Una cottura non sufficiente può portare al proliferare di Anisakis in particolare. Si tratta di vermi che colpiscono tipicamente il pesce di mare, i molluschi bivalvi quali le cozze e le ostriche specialmente ed i crostacei.

Una specialità ittica giapponese
Una specialità ittica giapponese (Adobe Stock)

Altre patologie molto frequenti in caso di pesce non cotto come si deve sono:

  • Norovirus;
  • Virus dell’Epatite A;
  • Listeria monocytogenes;
  • Campylobacter;
  • Salmonella;
  • Escherichia Coli;

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Quali sono i sintomi di una contaminazione batterica in tutti questi casi? Si tratta di nausea, vomito, diarrea e dolori addominali. In alcune situazioni più gravi poi può rendersi necessario rivolgersi al pronto soccorso.

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Per evitare qualsiasi rischio in proposito si consiglia di sottoporre il pesce ed i frutti di mare a cottura o bollitura che raggiunga una temperatura minima di 70° per almeno una decina di minuti. Mentre per quanto riguarda la conservazione al freddo si deve mettere in pratica il cosiddetto “abbattimento del pesce” con una conservazione per un giorno intero a 20°.

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