Una misura che fa infuriare tutti e che svilisce la figura del rider ma anche la loro persona umana: in che mondo viviamo?

Dura vita quella del rider: chi fa questo mestiere è costretto a prendersi pioggia, vento, neve, grandine in inverno, ed il Sole che picchia forte sulla testa in estate, specialmente se si deve muovere con mezzi sprovvisti di motore. Se la sola fonte di propulsione è rappresentata dalle loro gambe, ogni giorno per i rider è una fatica immane, di quelle che ti fanno tornare a casa stremati con la sola voglia di dormire.

Un rider impegnato a svolgere una consegna
Poveri rider: il “bonus” estivo di Glovo per pedalare a 35° ti farà indignare – ricettasprint.it

Ma al management questo non importa. Chi ha la fortuna di avere un lavoro dietro alla scrivania, con un ufficio, un condizionatore acceso dodici ore al giorno in media ed ampio potere decisionale, non pensano mai a quelli che sono i disagi avvertiti dai loro dipendenti, e quelli che sono i loro bisogni. Non è un caso poi se proprio quella dei rider rappresenta una categoria molto precaria e che necessiterebbe di maggiori tutele.

Glovo ed il misero bonus di pochi centesimi

D’altronde se ci fossero le misure di sostegno del caso, una grossa azienda come Glovo non si sarebbe spinta a proporre pochissimi centesimi di bonus a quei lavoratori che, per bisogno, non possono concedersi il lusso di rallentare al lavoro nonostante il caldo terrificante di queste settimane.

L’azienda ha fatto sapere di avere avallato un bonus che va dal 2% fino all’8% per i suoi fattorini disposti ad effettuare consegne a temperature estreme. Cosa che però equivale a davvero pochi centesimi per consegna compiuta.

Un rider al lavoro
Glovo ed il misero bonus di pochi centesimi – ricettasprint.it

Naturalmente una tale indecenza ha portato i sindacati a scendere in piazza per criticare questa misura e per invocare a gran voce l’introduzione di tutele e di incentivi più seri in favore dei rider. Questo è un mestiere pericoloso non solo per via delle conseguenze legate al clima ma anche perché possono sempre accadere degli incidenti.

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“Noi non costringiamo nessuno”, ma è davvero così?

Come riportato da più organi di stampa, Glovo da par sua sembra convinta di non avere fatto niente di male con questa “misura compensativa”, come essa stessa l’ha definita. Ed anzi, l’azienda non ha imposto nulla ai suoi dipendenti. Chiunque ha la facoltà di scegliere se e quanto lavorare, e quando. Però NIdiL-CGIL non la vede da quest’ottica e pone l’accento sul fatto che molti rider si vedono costretti a dire per forza di si, in virtù delle loro paghe non certo eccezionali.

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E da qui all’interpretare la “misura compensativa” di Glovo come un volere scaricare ogni responsabilità sui lavoratori coinvolti il passo è breve, sempre secondo i sindacati. Quel che appare chiaro è che tra le parti coinvolte c’è un abisso, e che ognuno la vede alla propria maniera.

Un rider in un momenti di pausa
“Noi non costringiamo nessuno”, ma è davvero così? – ricettasprint.it

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Le grandi aziende però, qualunque siano i loro ambiti, non dovrebbero mai dimenticare che tutelare le persone e la loro dignità equivale ad avere lavoratori più felici e molto probabilmente anche più produttivi.